Negli anni ’90, l’Italia e la Puglia si sono trovate di fronte a una sfida importante: gli sbarchi di migranti provenienti dall’Albania. La Puglia era spesso utilizzata come punto di arrivo per gli scafisti che organizzavano il tragitto attraverso il pericoloso Mar Adriatico su gommoni di fortuna. Questi sbarchi hanno avuto conseguenze umanitarie e sociali significative, mettendo a dura prova le risorse della Puglia e creando tensioni all’interno delle comunità. Ma nel corso degli anni, i rapporti tra la Puglia e l’Albania sono cambiati in modo significativo. Oggi, l’Albania è diventata un prezioso alleato strategico dell’Italia nella gestione dei flussi migratori nel Mar Mediterraneo. Il Primo Ministro albanese Edi Rama e il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni hanno sottoscritto un Patto che ha dato un nuovo slancio alla collaborazione.
In particolare, l’Albania ha consentito all’Italia di costruire Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in territorio albanese, in grado di ospitare fino a 36.000 migranti all’anno provenienti dagli sbarchi a Lampedusa. Questi centri saranno gestiti congiuntamente dalle autorità italiane e albanesi, al fine di garantire una corretta gestione dei flussi migratori, nel rispetto dei diritti umani delle persone coinvolte.
Questa nuova fase di cooperazione rappresenta una svolta importante per entrambi i Paesi. L’Albania si è impegnata a rafforzare i controlli al confine dei CPR e a sviluppare una strategia di gestione dei flussi migratori basata su principi umanitari. L’Italia, d’altra parte, ha svolto un ruolo di primo piano nel promuovere la collaborazione con l’Albania e nel sostenere la creazione dei CPR come strumento efficace per affrontare i flussi migratori.
Questa iniziativa ha ricevuto anche il plauso del Cancelliere tedesco Olaf Scholtz, che auspica l’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea al più presto. Tuttavia, la sinistra italiana guidata da Elly Shlein, di origine italo-svizzera con passaporto anche USA, ha sollevato delle preoccupazioni riguardo al fatto che questo Patto possa violare il diritto internazionale e costituzionale. È vero che la Costituzione italiana prevede la possibilità di richiedere l’asilo nel territorio della Repubblica, perciò chi esaminerà le richieste d’asilo in uno Stato terzo? La giurisdizione sarà italiana, quindi i CPR situati in Albania saranno soggetti alla legge italiana, mentre Tirana collaborerà con le sue forze di polizia per garantire la sicurezza e la sorveglianza esterna delle strutture.
È importante continuare a lavorare insieme per affrontare questa sfida in modo sostenibile e umano. La collaborazione tra la Puglia, l’Italia e l’Albania rappresenta un esempio tangibile di come il dialogo e l’impegno reciproco possano portare a risultati positivi. Riconosciamo che ci siano ancora diverse sfide da affrontare, ma il cambiamento di dinamiche ci offre la possibilità di costruire un futuro migliore, basato sulla solidarietà e sulla cooperazione. Insieme, possiamo creare una gestione dei flussi migratori più efficace ed equa, garantendo al tempo stesso la tutela dei diritti umani di tutti coloro che sono coinvolti. È nostro dovere sfruttare questa opportunità e costruire un futuro di cui possiamo essere fieri.