NOCI – Ogni anno puntualmente la prima domenica di settembre, Noci rinnova, l’appuntamento speciale con il suo compatrono. San Rocco da Montpellier, “u sant frances” è per i nocesi un’icona fondamentale per la fede, per la religiosità, è il santo a cui i nocesi già dall’inizio dell’Ottocento si sono rivolti pur di guarire dalla peste che in quegli anni ammorbava il sud Italia.
“Nemo propheta in patria”, il vecchio adagio si sposa alla perfezione con il santo pellegrino che in Francia, la sua patria natia, è ritenuto un santo di serie B, mentre in Italia dal nord al sud, tutti lo invocano, cercano una grazia, chiedono miracoli, tutti pregano ed amano San Rocco.
Nel 1875, un decreto pontificio, stabilisce ed eleva San Rocco al ruolo di compatrono di Noci, era il 2 settembre, cento anni dopo la benedizione della statua e dei primi solenni festeggiamenti.
La vicenda religioso-culturale nocese nei riguardi di San Rocco si è articolata nel tempo in tre fasi specifiche. La pubblica venerazione è fatta risalire all’ultimo quarto del secolo XV, la cui prova da fonti storiche si trova nella collocazione dell’immagine del santo nel polittico lapideo, presente e tuttora visibile dietro l’altare maggiore della Chiesa Madre. Il consolidamento del culto avviene con la fondazione del primo beneficio, intitolato al santo per la costruzione di una cappella nella navata destra della medesima chiesa. La terza fase è la consacrazione patronale attraverso significative tappe, quali nel 1773 la fondazione di una confraternita intitolata a suo nome (munita di assenso regio nel 1778) e la realizzazione di una statua processionale realizzata nel 1775, molto probabilmente dallo scultore andriese Riccardo Brudaglio, piuttosto che di un certo Attolini.
Nel 1804, all’interno della Chiesa Madre viene eretto un nuovo altare di marmo (l’attuale), prima della elevazione grazie al decreto pontificio al ruolo di compatrono, alla dignità di “Compatronus Praecipuus oppidi Noci” con gli onori liturgici del rito doppio di prima classe con ottava e festa stabilita nella prima domenica di settembre.
Da allora, ogni anno, puntualmente i nocesi si inchinano e tributano onori al suo “Sant frances”, regalandogli, prima della processione della domenica mattina grazie all’antico rito che ogni sindaco di Noci compie, le chiavi della città.