NOCI – Un nuovo festival letterario, nella sua edizione “numero zero”, arricchisce il cartellone estivo di Noci Estate 2016 intitolato “tra i vicoli della mente”, organizzato da Vivere d’Arte, Noci My Destination e Formiche di Puglia in collaborazione le associazioni Pro Loco, Young e Presidi del Libro. Il festival ha portato, nelle giornate del 17 e 18 settembre, più di venti ospiti, tra giornalisti, scrittori e musicisti, che hanno animato varie strade e piazze del centro antico.
Via Spirito Santo, Piazza Plebiscito, Largo Torre, e Via Pentimi hanno fatto da cornice a Gabriella Genisi e al suo “Mare Nero”, a Vannino Chiti con “Vicini e lontani. L’incontro tra laici e cattolici nella parabola del riformismo italiano”, a Massimo Nava con “Il mercante di quadri scomparsi”, a Enrica Simonetti con “Morire come schiavi”, a Daniele Della Mattia e Tommaso A. Galiani con “Oltre lo sguardo nella murgia dei trulli”, a Federico Massimo Ceschin con “Non è petrolio”, a Angelo Mansueto con “Flusso di incoscienza” e Paola Farinetti la quale ha raccontato il libro del cantautore, nonché suo marito, Gianmaria Testa.
Particolare menzione merita la presentazione, in via Spirito Santo, del libro “Il meglio Sud” di Lino Patruno. «Non abbiamo mai saputo valorizzare quelle che sono le bellezze del nostro territorio. Abbiamo una tradizione bandistica notevolissima, abbiamo delle chiese bellissime che raramente vengono aperte e abbiamo un patrimonio di masserie antiche che raramente vengono promosse e valorizzate. In piccolo rappresentiamo quello che hai descritto nel tuo libro parlando delle grandi incompiute e dei grandi problemi di questo nostro amato e disperato sud» ha commentato il giornalista Gianni Messa, presentando il libro al pubblico presente. «Ciò che mi spinge a scrivere i libri è trasmettere la buona novella, cioè dare un’idea di sud molto differente dai pregiudizi che ci hanno attaccato addosso» spiega ai nocesi Lino Patruno, evidenziando come anche altri prima di lui hanno parlato di questo problema. «Luigi de Rosa ne “La provincia subordinata”, ha dimostrato che ogni decisione economica e politica presa dal nuovo regno d’Italia in poi è stata una decisione ai danni del sud. Il Mezzogiorno vuole delle condizioni di partenza uguali in modo di poter combattere alla pari la competizione con il resto d’Italia. Il sud è stato soprattutto parlato dagli altri e adesso deve incominciare a raccontare sé stesso».
Il sud non dispone ricchezze solo dal punto di vista paesaggistico, culturale, architettonico ma anche dl punto di vista produttivo. «Senza il mezzogiorno non ci sarebbero gran parte degli aerei, delle auto, del petrolio, della plastica, dei farmaci, e dell’olio d’oliva prodotti in Italia. Quando si ha conquistato il sud, non si ha solo conquistato un territorio, ma si ha conquistato delle menti, si ha conquistato un modo nostro di intendere la vita, la solidarietà e l’accoglienza». E la produttività del sud è affidata principalmente alle giovani startup denominate nel libro con il nome deii 100 Mosè, cioè «eroi positivi che si stanno battendo silenziosamente per evitare che il sud cada nel degrado e nella desertificazione sociale e soprattutto umana». L’ultimo appello infatti è proprio rivolto verso i giovani: «Prima di dire che non è possibile, prima di dire “Me ne vado”, prima di dire “Qua non c’è niente da fare”, datevi da fare, fatevi venire un’idea in testa, cercate le alleanze positive, mettetevi insieme ad altri e confrontatevi tra di voi, perché potete diventare una delle cento startup presenti nel libro».
Oltre ai vari ospiti presenti, in via Crocifisso, è stata collocata l’opera di Jasmine Pignatelli intitolata “Across the Universe”, un richiamo alla canzone dei Beatles, «un’installazione cross-mediale (composta, oltre da sculture in richiamo all’opera, anche da immagini video di Flatland, un romanzo di Edwin Abbott) che «mescola contenuti e linguaggi diversi, dove singole indicazioni, parole, moduli o soluzioni grafiche sono tasselli che completano la lettura dell’opera», com’è possibile leggere dall’etichetta apposta vicino l’opera.
La conclusione della serata di sabato, in piazza Plebiscito, è un concerto affidato agli “Os Argonautas”, un gruppo barese formato da Federica D’Agostino (voce), Giovanni Chiapparino (percussioni, fisarmonica, basso) e Domenico Lopez (chitarra classica e portoghese), i quali hanno proposto un percorso tra canzone d’autore italiana e musiche portoghesi e brasiliane.