NOCI – “Puliamo il buio” è un’iniziativa organizzata dalla Società speleologica Italiana, dalla sezione di Putignano di Legambiente e dal Gasp! (gruppo archeologico e speleologico pugliese della sezione CAI “D. Boscia” di Gioia del Colle). I gruppi si incontreranno sabato 15 e domenica 16 ottobre per la bonifica con relativa esplorazione della cavità carsica Grave di Civitella, incastonata nelle campagne di Noci.
L’evento rientra nell’ ambito dello storico “puliamo il mondo” di Legambiente, ovvero l’edizione italiana di Clean up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale a livello planetario, l’obiettivo è quello di spostare l’interesse oltre che sulla crosta terrestre, anche verso quelle cavità carsiche che negli scorsi anni sono state utilizzate come discariche, compromettendo la “salute” del sottosuolo. L’utilizzo di ipogei naturali e artificiali per occultare rifiuti anche ingombranti o pericolosi è un fenomeno purtroppo molto diffuso. I danni provocati all’ambiente carsico e alle risorse idriche profonde sono incalcolabili.
Chi si occuperà del “lavoro sporco”, ovvero della rimozione vera e propria dei rifiuti, è il GASP!, un gruppo speleologico che ha già in diverse occasioni fatto parlare di sé, sia per altri interventi di pulizia in zone impervie e pericolose per i più (come all’interno della gravina di Castellaneta), sia per le sue attività di ricerca speleologica, che hanno condotto alla scoperta della grave “Rotolo”, un rinvenimento da record visto che al momento la grotta risulta essere la più profonda di Puglia.
“Puliamo il buio” nasce con l’intento di suscitare interesse intorno all’argomento, anche attraverso il censimento delle cavità a rischio ambientale, un’attività che va avanti dal 2005 allo scopo di informare circa le gravi conseguenze che questa scellerata pratica può determinare, anche per molti anni a seguire.
Sabato 15 e domenica 16 ottobre, ci si incontrerà in Piazza Garibaldi a Noci alle ore 8,00, si procederà verso la grave con le proprie auto, per una distanza di circa 5 km dal centro abitato, armati di guanti pesanti, abiti da lavoro e tanta buona volontà, visto che si spera di liberare la cavità da parecchi rifiuti, riportandola, magari, alle origini.