NOCI – Con l’avvicinarsi dell’appuntamento referendario del 4 dicembre si delineano sempre di più i movimenti in seno ai comitati del SI e quelli del NO. Il movimento politico dei Conservatori e Riformisti propone la “Convenzione Blu”, in programma a Roma i prossimi 5 e 6 novembre, lanciata sui canali social e sul web. Abbiamo quindi chiesto al parlamentare nocese Piero Liuzzi di che cosa si tratti. «Con la Convenzione Blu ci facciamo carico di un diffuso bisogno di dialogo, rappresentanza e convergenza all’interno dell’area dei moderati. E poi sarà l’occasione per ribadire convintamente che siamo contro questa riforma costituzionale pasticciata, quindi per votare No al Referendum ed invitare a votare No!».
In un mondo comunicativo sempre più anglosassone come mai la scelta del titolo in italiano? «Abbiamo scelto decisamente la lingua italiana senza ricorrere agl’inglesismi per intitolare la manifestazione che intendiamo promuovere. Ci è sembrato anche di cattivo gusto chiamare questo evento “convention”. Ricominciamo a dare un significato vero alle cose che facciamo ricorrendo ai termini inglesi soltanto quando è strettamente necessario».
Chi può partecipare e come può farlo? «Tutti possono partecipare alla “Convenzione blu”. Basta iscriversi al sito web omonimo, gratuitamente, per far parte di una enorme piazza composta ad oggi di oltre duemilacinquecento persone, donne e uomini, giovani ed adulti, che hanno manifestato interesse a discutere di temi politici e sociali. Auspico che all’appuntamento novembrino si avvicinino in tanti, anche del nostro territorio, perché la partecipazione occorre assicurarla dal basso, confrontandosi sulle proprie radici culturali e politiche, mettendo insieme le inutili differenze».
Ha appena citato la Puglia, sua regione natale a trazione PD. «In Puglia la sanità fa acqua, le liste d’attesa per accertamenti clinici sono paurose, gli ospedali poco efficienti. Le politiche per fermare la disoccupazione, per far partire nuovamente i consumi, per migliorare i trasporti, messe in campo dal governo Renzi sono fallite, si sono rivelate insufficienti e vuote». Sono delle accuse forti… «Quasi 100mila italiani giovani e adulti nel 2015 – sottolinea – sono emigrati all’estero in cerca di lavoro, un vero dramma sociale, uno spreco di risorse, un’idea di futuro negata ai nostri ragazzi».
Finora abbiamo parlato della convention romana e della Puglia, ora parliamo di Noci. Il tavolo imbastito da CoR in ambito locale non ha sortito gli effetti sperati? «La riunione convocata nella sede dei Conservatori e Riformisti di Noci, in Via San Domenico, ha rigenerato l’interesse della comunità locale verso la nostra area politica che, notoriamente, è frammentata, dinamica a fasi alterne, in crisi di visibilità e carente di proposta politica. Pertanto ha portato buoni frutti; un successo che ovviamente non appartiene soltanto ai CoR, ma va equamente suddiviso fra i partiti ed i movimenti e le liste civiche che hanno accolto l’invito a sedersi intorno al tavolo del NO al Referendum».
Si potrebbe organizzare un’appendice della convention romana a Noci? «Certo. La Convenzione blu è un modello, un modulo di partecipazione dal basso, va replicato sotto le diverse latitudini nazionali e qui in Puglia sarò fra gli animatori per la mia zona. Ma non lo farò da solo, chiederò alle forze che animano il centro destra di partecipare e proporre. Soprattutto, chiederò alle nuove generazioni di Noci di unirsi ai ceti medi finora rimasti alla finestra per trasformarsi in energia nuova in grado di apportare parole e fatti nuovi a Noci».
Come giudica l’operato del centrodestra nocese a cui lei si appella per metà infilato nell’attuale amministrazione programmatica? «Fammi dire con chiarezza che l’attuale spaccatura nel centro destra nocese è una iattura, la causa dei mali che la nostra comunità sta vivendo: galleggiamento continuo, spinta propulsiva uguale a zero, guida insicura, maggioranza che si tiene in piedi più sul reciproco puntellamento che su programmi condivisi. È chiaro che le residue forze rimaste in minoranza fanno al meglio l’opposizione, ma le responsabilità dell’immobilismo sono di quella parte della coalizione delle Amministrative del 2013 che caparbiamente, pervicacemente mantiene in piedi l’amministrazione Nisi».
Per chiudere sull’argomento, perché NO? «No perché pensiamo di discutere a Roma e sui territori di organizzazione futura della forma di stato, per trovare una strada alternativa all’enorme peso fiscale, per una scuola più giusta, un modello di istruzione che veda al centro la figura dell’insegnante per assicurare ai nostri figli competenze vere da spendere sul mercato del lavoro, per dare un futuro all’industria in Italia ed in Puglia, per disegnare prospettive all’economia sul nostro territorio, per rendere il turismo un’opportunità di occupazione e lavoro, assicurare servizi efficienti ai cittadini, particolarmente ai pensionati, alle famiglie, ai disoccupati. E sarà l’occasione per ribadire la posizione del No alla pasticciata riforma della Costituzione, al pastrocchio istituzionale che metterà in ginocchio il Paese».