NOCI – La festa cominciata è già finita. Il post sagra celebra il suo oramai intatto rituale, è giunta l’ora dei bilanci e si danno i numeri. Si, avete capito bene si danno i numeri. Ovvero si cerca di quantificare le presenze che nella due giorni di inizio novembre hanno “assaltato” Il Regno delle Noci. Per le casse del regno è tempo di bilanci. Sereni e soddisfatti le formiche promulgano un bando all’intero regno annunciando la loro completa soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione. Ed intanto nel chiuso delle loro dimore contano le monete scintillanti e splendenti. Il forziere delle formiche pesa tanto oro quanto luccica.
Per l’edizione numero 17 hanno voluto strafare, un’organizzazione quasi eccellente per la due giorni di festa, infatti non hanno lesinato di soddisfare i sudditi e i visitatori. Complice il clima caldo nonostante sia novembre la tanto temuta pioggia è stata scongiurata e la festa è andata in scena.
Tanti e a poco prezzo ingaggiati sono arrivati menestrelli, giullari, giocolieri, nani e ballerine, eh…il suddito è stato ancora una volta “ipnotizzato” e per due giorni ha di tutto sopportato.
I sudditi del regno imbambolati dalle promesse e nella speranza di guadagnare anche loro qualche moneta, prestano il fianco e non sol quello…
Accettano di tutto, che orde fameliche di bevitori e mangioni incalliti decorano di piscio e feci le strade sottostanti le loro dimore.
Omertosamente votati al silenzio, l’ordine dei governanti è stato perentorio: “durante la festa è proibito lamentarsi”, tutti i sudditi devono essere votati all’umana sopportazione. Anche se sei vecchio e ammalato e nottetempo avresti il diritto di riposare e non riesci tanto è fastidioso il vociare e gli schiamazzi della fiumana di gente oramai in preda ai fumi del dolce nettare novello non t’azzardare ad esprimere un qualche lamento.
Taci e sopporta altro non ti e permesso fare che chiudere le finestre. La sagra è sagra e va pur si rispettata.
Alla fine ci hanno informato che nella due giorni sono stati circa 150 mila i visitatori. La manifestazione voluta dalle formiche col completo consenso del Re Sua Maestà Altezza Reale Domingo I, è stata un successo.
Decine e decine di postazioni in legno (che costavano un occhio della testa) sono stati noleggiate dai mercanti del regno indigeni e forestieri, che aspettano (bontà l’oro) questo evento per risollevare le sorti delle loro botteghe che per lunga parte dell’anno versano in condizioni di atavica indigenza. La due giorni della sagra assicura a tutti lauti guadagni per tutti. Quindi naturale logico è sborsare tante monete alle formiche. Per la sagra tutto è permesso. Nessuno poi ti controlla quale sia il giusto prezzo.
Le piazze, l’estramurale e le gnostre, abilmente agghindate sono da sempre complici mete dell’abile raggiro perpetrato ai tanti visitatori, che alla fine, specie quelli provenienti dai paesi vicinori, ahinoi si sentono derubati.
Una volta abbandonato il regno e raggiunto le loro dimore, si sentono presi abilmente in giro e derubati per il tanto che hanno pagato pur di assaggiare le vivande e il vin novello. Diventar abili speculatori è l’altro miracolo di “Bacco nelle Gnostre” nel Regno delle Noci.