NOCI – Sono passati quasi 4 anni dalla mattinata del 25 gennaio 2012, quando un fulmine colpisce la cuspide barocca del campanile della Chiesa Madre di Noci, provocando ingenti danni sia al campanile che alla chiesa stessa. Per quasi due anni, uno dei simboli di Noci viene impacchettato e riqualificato, con operazioni di ristrutturazione e messa in sicurezza. Da qui nasce l’idea di documentare i lavori e redigere un libro dove sono raccontati i vari momenti del rinnovamento della torre campanaria nocese, impreziositi dai numerosi documenti riguardanti la storia e la funzione che il campanile ha avuto nel corso dei secoli. Nella serata del 16 novembre scorso, all’interno del Chiostro delle Clarisse, è stato presentato al pubblico il libro “Il restauro del campanile e della Chiesa Matrice di Noci” edito da Claudio Grenzi e curato da Lucia Di Lauro e Emilia Pellegrino.
«Siamo qui per partecipare alla rinascita del campanile», ha commentato Enrica Simonetti, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e per l’occasione moderatrice dell’evento. Tanti gli ospiti presenti alla manifestazione, dai rappresentanti degli enti locali e provinciali ai rappresentati religiosi, i quali hanno brevemente ricordato il loro coinvolgimento all’interno del progetto di riqualificazione del campanile nocese. «È stata un’interruzione eloquente delle campane. Per due anni non ne abbiamo sentito il suono e alla fine ci siamo chiesti se questo silenzio ci dicesse qualcosa», ha commentato don Peppino Cito, parroco della Chiesa Madre, al quale si sono aggiunte le parole del vescovo della diocesi di Conversano-Monopoli Mons. Giuseppe Favale, commentando l’esperienza «dolorosa ma straordinaria perché da quell’evento si è ripartiti per ridare alla città un simbolo che ha attraversato i secoli. Il campanile deve continuare a rappresentare un riferimento per la comunità». Il sindaco di Noci Domenico Nisi, ha invece voluto ricordare il legame che i nocesi hanno con il campanile come «simbolo della nostra identità», parole che si ritrovano anche nel messaggio del senatore Piero Liuzzi, ricordando il campanile come simbolo «utile alla conoscenza del nostro patrimonio». Antonio Nunziante, vicepresidente della Regione Puglia, si ritiene soddisfatto del buon uso che si è fatto dei soldi stanziati dalla Regione, dichiarando l’importanza di «investire nella cultura come fonte di una crescita economica». Infine Fabiano Amati, consigliere della Regione Puglia ha sottolineato il difficile rapporto tra la cultura e la sua salvaguardia: «Siamo pronti contro la catastrofe ma non abbiamo cura dell’ordinario».
Spetta a Domenico Blasi, direttore del Gruppo Umanesimo della Pietra, parlare del campanile ponendo l’attenzione anche all’antico casale e ai documenti del 1180, una data di grande valore che pone una rivalutazione degli insediamenti sparsi nel territorio e che attestano già la presenza di una chiesa intitolata a Santa Maria delle Noci. Inoltre l’attenzione è posta anche al rapporto che la torre campanaria ha avuto con i fulmini, come quello del 1807, rimarcando «il ruolo che i campanili rivestono nell’identità dell’individualità di Noci, come strutture presenti “nel sangue” di tutti i nocesi». Luigi La Rocca, sopraintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, si sofferma sulle varie fasi che hanno composto i lavori di restauro come la messa in sicurezza della guglia, il consolidamento, le indagini a radar, le analisi mineralogiche e geognostiche del sottosuolo. «Un intervento di restauro ben condotto è uno straordinario momento di ricerca e conoscenza e necessita la pubblicazione di un libro. I documenti ritrovati hanno cercato di svelare le vicende architettoniche del campanile e della chiesa di Noci ed è un dovere conservarlo e tramandarlo al prossimo per il suo valore di testimonianza di civiltà». Infine Giorgio Rocco, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura, ha sottolineato i tempi brevi sia della messa in sicurezza del campanile, sia della sua ristrutturazione, ponendo il merito agli interventi di miglioramento e alla scelta dei materiali utilizzati per rafforzarlo e metterlo in sicurezza. «L’intervento però non può considerarsi concluso, perché in seguito si procederà con gli interventi di mantenimento dell’opera, ovvero la sua manutenzione, per garantire la conservazione del monumento».
Questi e altri aspetti, sono presenti all’interno del libro, il quale, però, non è disponibile all’acquisto. Se qualcuno è interessato può farne richiesta alla Regione Puglia, oppure recarsi nella Biblioteca Comunale dove è già presente una copia, grazie alla cortese generosità delle curatrici.