Referendum: il NO di M5S e CoR

NOCI – Sono stati due gli appuntamenti che hanno caratterizzato la scorsa domenica mattina dei nocesi. Una mattinata in cui si sono celebrati due eventi organizzati da COR e Movimento 5 Stelle, entrambi fieri oppositori alla riforma della Costituzione e quindi entrambi fautori del partito del NO.

Tanti sono gli errori giuridici della riforma”. Esordisce con queste parole il professor Raffaele Guido Rodio, docente di Diritto Costituzionale dell’Università di Bari, eminente personalità invitato dai Conservatori Riformisti, nel convegno tenutosi presso la Sala Convegni Pio XII

Il docente barese in modio chiaro e semplice ha illustrato alla folta platea le ragioni per cui chiede agli elettori nocesi di proferire un convinto e deciso No al Referendum Costituzionale. Al tavolo erano presenti i vertici del COR locale, il coordinatore Stefano Angelini, il capogruppo al consiglio Giuseppe D’Aprile e il senatore Piero Liuzzi.

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La proposta di riforma parte già male –prosegue Rodio – poiché in primis è l’firmata da un capo di governo Renzi e da un ministro Boschi. Questa intromissione è lontana anni luce dal clima distaccato e sereno e senza ingerenze in cui lavoro nel dopoguerra il gruppo dei “padri” costituenti. Nessun governo è abilitato ad obbligare il parlamento che è e deve restare un organo sovrano. Questa riforma è il salvagente per una sola persona: del premier Renzi.

 Rodio supporta la sua tesi delineando gli scenari futuri e dichiarando – “nel caso le prossime elezioni le vincesse il Centrosinistra, c’è il rischio di avere due Camere, orientate verso la stessa fazione, quindi facile ipotizzare un forte sbilanciamento di potere. Nel caso alle prossime elezioni prevalesse il centrodestra, comunque l’ipotesi sarebbe il fisiologico ostruzionismo da parte del Senato che sarebbe a netta prevalenza composto da senatori di sinistra. Questa riforma è anticostituzionale, lo dicono in tanti ed inoltre per essere approvata richiederebbe l’approvazione di ulteriori leggi. Nelle ragioni a statuto speciale che non prevedono il doppio incarico, sarebbe inattuabile, infatti spetterebbe alle iniziative delle singole regioni cambiare o meno gli statuti. Il vero beneficiario della riforma è questo governo. Se la Costituzione è nata da forze opposte, questa riforma, non conserva nessun valore della precedente, difendiamola”. La Costituzione è come lo scrigno dei ricordi preziosi delle nostre madri”

Altro appuntamento importante della domenica è stato quello tenutosi in Via Aldo Moro ed organizzato dal Movimento 5 Stelle, ospite il portavoce regionale Mario Conca che ha illustrato i motivi per cui bisogna votare No, il suo è stato un intervento deciso e senza peli sulla lingua. Usando un linguaggio a volte anche colorito ha esposto ai presenti alcuni punti fonte di motivo di forte dissenso sul senato dichiara” il Senato resta in piedi così com’è. Con i propri uffici, personale, costi di gestione e manutenzione. Tutti gli attuali costi resteranno ancora a carico di tutti noi, cittadini italiani, Non ci sarà , purtroppo alcun risparmio dei costi della politica ed inoltre cosi come non sono state abolite le Province , allo stesso modo non verrà abolito il Senato. Il portavoce pentastellato, che pone l’accento anche sulle bugie “storiche” di questa riforma targata Renzi-Boschi-Verdini. “Non ci saranno leggi veloci e non c’è la fine del bicameralismo. Diaria (quindi doppio stipendi) ed immunità parlamentare per i nu senatori, il nuovo senatori senza alcun vincolo di mandato potranno fare quello che vogliono. Con il sistema di politici che eleggono altri politici il futuro Parlamento farebbe facile ad un evidente sistema di ricatti, ad esclusivo danno dei cittadini”. Nel suo accorato intervento il portavoce regionale gravinese, dopo aver messo alla berlina e denunciato tutti i difetti della riforma, conclude il suo intervento avvertendo la platea sulle conseguenze, dichiarando – “nessun diritto di voto per i cittadini, anzi con questa riforma c’è il controllo e il bavaglio per i cittadini. Votare No è legittima difesa”.

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