NOCI – Il secondo appuntamento delle conferenze medico-scientifiche organizzate dall’Uten di Noci, svoltosi lo scorso 28 gennaio, ha accolto un numerosissimo pubblico presso il Chiostro di San Domenico, accorso per affrontare insieme agli esperti l’importante tematica “Prevenzione e screening dei tumori degli organi sessuali femminili”.
La serata è stata introdotta dal presidente dell’Uten Cesareo Putignano, che ha ringraziato gli ospiti e gli spettatori per la loro presenza, e dal prof. Nicola Simonetti, il quale ha fornito alcuni dati statistici riguardanti i casi di cancro in Italia e gli screening effettuati per la prevenzione.
Le relatrici ospiti dell’incontro sono state la dott.ssa Clementina Colucci, radiologa presso il Presidio Ospedaliero di Putignano, e la dott.ssa Maria Luisa Pesce, ostetrica.
La dott.ssa Colucci ha spiegato le cause e i fattori di rischio del tumore alla mammella. «I tumori esistevano anche nel periodo egiziano. Oggi l’incidenza è aumentata, soprattutto a causa dell’allungamento della vita media. Il tumore alla mammella è quello più frequente in una donna, ma è anche quello che guarisce più facilmente. Le donne in sovrappeso, però, hanno maggiori probabilità di ammalarsi di cancro e i segni precoci che avvisano il cancro di due o tre anni sono le microcalcificazioni, che quando vengono individuate rappresentano la vittoria delle donne sulla malattia».
Una maggiore attenzione però, è stata rivolta alla prevenzione, poiché solamente attraverso una diagnosi precoce si ottengono maggiori possibilità di sopravvivenza. «Prevenire significa volersi bene e per farlo la conoscenza del problema è essenziale». La prima forma di prevenzione è lo screening, che attraverso la mammografia e l’ecografia, consente di esaminare la popolazione per capire se è sana o malata. Negli ultimi anni si è sentito molto parlare di mammografia tridimensionale, un nuovo strumento diagnostico che aumenta notevolmente le probabilità di scovare il cancro, poiché la mammella viene “affettata” dai raggi X, ottenendo sottili pellicole che consentono una visione più precisa dell’organo.
Ma prima di ricorrere ai specifici esami, la prevenzione va fatta da noi stessi. Infatti, la dottoressa ha precisato: «È importante toccarsi e rendersi conto se qualcosa non va. In seguito, di fondamentale importanza è la visita del medico, il quale, se necessario, consiglierà gli esami clinici più idonei da svolgere».
La dott.ssa Pesce, invece, si è focalizzata sui tumori delle ovaie e del collo dell’utero. «Questi tumori non sono i più frequenti nella donna, e compaiono in ragazze molto giovani o in età avanzata. Il tumore dell’ovaio è senza sintomi, e la prevenzione non viene fatta con il Pap test come molti pensano, bensì con l’ecografia transvaginale e con il dosaggio dei marcatori specifici. Il tumore del collo dell’utero, invece, colpisce prevalentemente le donne in post menopausa e l’unico sintomo è la perdita di sangue. Esso è causato dal virus HPV, più noto come Papilloma virus. La prevenzione di questo tumore viene effettuata mediante l’incontro frequente con il ginecologo, almeno ogni anno dopo i vent’anni di età; attraverso il Pap test, un esame eseguito dai 25 ai 40 anni, ogni tre anni; e con la vaccinazione contro l’HPV».
L’incontro si è concluso con la testimonianza della nocese Giulia Basile, la quale ha raccontato la storia del tumore intestinale con cui ha dovuto lottare, ma che ha sconfitto con grande successo grazie alla sua forza e determinazione, al sostegno dei suoi cari e alla fede. Infatti, nel suo libro dal titolo “Hospite”, ha descritto la sua lotta contro il cancro e gli strumenti umani su cui fare leva per superare queste difficoltà.
«Ciascuno di noi deve essere consapevole che non si può allungare la vita neanche di un secondo e il tempo è il dono più grande che abbiamo. Dobbiamo far tesoro di questo e non dobbiamo sprecarlo. Questa esperienza mi ha dato modo di rivalutare l’importanza del tempo. Sono passati otto anni dalla fine della chemioterapia e siccome questi otto anni mi sono stati regalati io li regalo anche alla comunità».