NOCI – Tra le tante tradizioni popolari che negli anni passati hanno animato il nostro piccolo centro cittadino, ce n’è una del tutto scomparsa, la quale non ha avuto modo di consolidarsi nel nostro territorio, data la vicinanza con Putignano. Essendo sia il carnevale più longevo che quello più lungo, gli altri paesi limitrofi non hanno continuato le vecchie tradizioni a tema carnevalesco, emigrando nel paese pugliese per eccellenza del Carnevale. Quindi come veniva festeggiato il Carnevale a Noci?
Se lo sono chieste due insegnanti della scuola elementare Cappuccini, Domenica Palattella e Angela Scialpi, le quali, nell’anno scolastico in corso, stanno trattando le tradizioni nocesi «al fine di recuperare e comprendere meglio l’identità culturale del nostro magnifico paese». Attraverso i racconti dei nonni e un lavoro di ricerca effettuato nella Biblioteca Comunale, gli alunni delle classi quarte, sezioni A e B, hanno ben compreso gli usi legati al Carnevale di Noci. Infatti, nel nostro paese il Carnevale inizia con un susseguirsi di giovedì, i quali, per tradizione popolare, festeggiano varie categorie di persone, tipo i moneche (le monache), i privite (i preti), i cattjive (i vedovi), l’accasate (gli sposati) e infine i pacciarjidde (ragazzi e scapoli). E proprio per festeggiare quest’ultima categoria è stato organizzato giovedì 23 febbraio, all’interno del Centro Anziani di Via Romanazzi, il classico festine, in questo sciùévedì di pacciarjidde alternativo.
I bambini si sono divertiti a organizzare e interpretare diverse macchiette come da tradizione, hanno comandato quadriglie, hanno ballato valzer e lenti, ed hanno recitato le poesie Brinnese e Sciuévedì e Carnevàle, contenute nel volume Canzune, Quatrigli’ e Brìnnese di Vittorio Tinelli, tutti rigorosamente vestiti come una volta, con gonne, mantelle, giacche, coppole e foulard. Anche per il menù è stata rispettata la tradizione, con i classici panini, i boconotti e le classiche bottiglie verdi per il vino, trasformato in Coca Cola, data l’età dei partecipanti al festino. Un trio d’eccezione, composto da Pierino, Nino e Gianni, ha guidato e allietato il festino, il quale ha anche visto l’attiva collaborazione di Marisa, Rocchetta, Mincuccio e Graziella, tutti membri del Centro Anziani, i quali hanno fatto rivivere ai piccoli le modalità di conduzione delle quadriglie e dei valzer.
Finiti i giovedì, seguono i tre giorni del Carnevale vero e proprio, il quale termina nelle due domeniche successive dove, nella prima, si festeggia la pentolaccia e, nella seconda, se nzerr’a vecchie, ovvero la vecchia si chiude in casa per la Quaresima, dopo un periodo di balli e scherzi. Nonostante le tradizioni stanno man mano scomparendo, facendo posto ad altre, fa sempre piacere riscoprirle e mantenerle vive, trasmettendole a coloro che, dopo di noi, saranno al centro della viva mondana della nostra bella Noci.