NOCI – Sarà ricordata il 5 marzo prossimo, durante una commemorazione organizzata dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), la figura del partigiano nocese Francesco D’Onghia. Nato il 1 febbraio 1923, ha incontrato la morte il 12 febbraio 1945.
Dalle notizie raccolte sembrerebbe che il D’Onghia fosse in esercito durante il secondo conflitto mondiale, ma nel 1944 lasciò la mimetica per aderire alla partigianeria. Passa dall’esercito ai partigiani Garibaldini con nome di battaglia “Franz” e viene inserito nella 2^ divisione, IV Brigata, 3° distaccamento della colonna ligure. Dopo sei mesi con i partigiani il 25 gennaio 1945 viene prelevato con la forza dai nazifascisti ed incarcerato. Secondo una ricostruzione fornita dalla sorella del partigiano alla famiglia nocese sembrerebbe che a far scoprire il volto “garibaldino” del nocese D’Onghia sia stata una donna che si era vista rifiutata in amore. Francesco D’Onghia era già coniugato all’epoca dei fatti.
In carcere i nazisti lo hanno severamente torturato e seviziato sino ad asportagli il braccio sinistro. Volevano conoscere i nomi dei commilitoni partigiani della stessa brigata garibaldina ed i nascondigli, ma stando alla documentazione, D’Onghia si rifiutò di rivelare questi aspetti. Così il 12 febbraio 1945 lui, insieme ad un altro partigiano, tale Renato Borgogno (nome di battaglia “Caminito”) ed un civile furono trucidati a Villa Junia presso Sanremo. Per lui un trattamento speciale: i nazisti vollero far pesare la menomazione (da loro stessi cagionata) prima di togliergli la vita. Anche sulle spoglie vi è stato un piccolo giallo. Sembrerebbe che i resti furono gettati in una fossa comune. Tuttavia il suo nome ora appare sulla lapide in marmo dell’edicola in laterizio situata in Corso Inglesi della cittadina ligure famosa per il festival della canzone italiana e i fiori. Domenica l’ANPI gli renderà omaggio.
La sua storia è venuta a galla questi giorni grazie alla volenterosa ricerca di una pronipote nocese e all’impegno di Amelia Narciso, presidentessa della Sezione ANPI di Sanremo “Gian Cristiano Pesavento” che ne ha ricostruito i passaggi. Il ricordo della breve vita del partigiano nocese morto a soli 22 anni ora sarà consegnata alla storia e alla futura memoria. A Noci vi è già stata intestata una via, una traversa di via Tommaso Siciliani, ma nella delibera non vi erano inserite le motivazioni. Ora quel nome, sconosciuto ai più, potrà fregiarsi di un degno ricordo.