NOCI – Segni, disegni e parole: la mostra No Tag, del poeta e sassofonista Vittorino Curci è l’anteprima della seconda edizione del Piccolo festival della parola che si terrà a Noci dall’8 all’11 giugno (l’anno scorso la manifestazione era stata ospitata da Otranto, Ostuni e Trani). Sabato 20 maggio alle 19 Curci inaugurerà SPAAACE (via Aldo Moro, 22), una nuova galleria d’arte contemporanea nella città dove l’artista è nato e vive, con una mostra che già nel titolo racchiude l’ambivalenza ironica della sua ricerca fresca, eclettica e scanzonata (fino all’11 giugno, dalle 18 alle 20.30, info: piccolofestivaldellaparola.it).
Il Piccolo Festival della Parola è promosso dalla Teca del Mediterraneo, la Biblioteca Multimediale del Consiglio regionale della Puglia e dall’Amministrazione comunale di Noci, e organizzato da Fluid, con la partecipazione operativa del Teatro Pubblico Pugliese. Ieri alle 15 la manifestazione è stata presentata al Salone del libro di Torino, nello spazio espositivo della Regione Puglia, dalla Direttrice di Teca del Mediterraneo, Daniela Daloiso.
“La tag – scrive Antonella Marino nel testo di presentazione della mostra – normalmente fornisce informazioni su un oggetto, rendendone possibile la classificazione. Al tempo stesso “tag” è anche il nome in codice che i writer adottano per distinguersi. Sono due indizi ambigui, utili ad approcciarsi al rutilante mondo creativo dell’artista, più noto forse per il suo parallelo talento di poeta e musicista, ma con una formazione e militanza artistica di lunga data”. Quello di Vittorino Curci “è un mondo allegro e giocoso, popolato da sintetici e stilizzati personaggi, tratteggiati a pennarello o acrilici con linee essenziali e colori piatti e vivaci. Figurine, cose o animali fluttuanti nello spazio, impegnati in situazioni che traggono spunto dalla vita di ogni giorno, ma anche dalla sfera dell’arte e musicale. Un microuniverso vignettistico – continua Marino che spesso fa ricorso alla parola: mescolando senza imbarazzi espressioni gergali, scritte in inglese e in dialetto locale, espressioni onomatopeiche o frasi poetiche. L’allestimento per Vittorino Curci assume un valore quasi performativo, che richiama il carattere di variazione improvvisata di molte sue azioni musicali. I quadretti si dispongono come un puzzle aperto e vitalistico, che sottolinea e amplifica l’energia di ciascun elemento. C’è in queste opere un richiamo alla libertà e alla spontaneità espressiva. L’apparente ingenuità tradisce però il legame con una precisa linea dell’arte contemporanea. Una linea che – da Picasso a Klee, Kandinsky, Mirò, passando per l’Art Brut di Dubuffet o il primitivismo grottesco del gruppo Cobra, fino alle sfrangiate declinazioni della Street art o di un’estetica post pop – vede nel ricorso alla creatività infantile la possibilità di sottrarsi al sistema di regole e convezioni imposte, mantenere intatta quella capacita di creare e ricreare il mondo propria dei bambini, di guardarlo con occhi non condizionati, con la voglia di cambiare e immaginare un futuro. Diceva Picasso: “Tutti i bambini sono degli artisti nati: il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi”.