NOCI – L’8 luglio di quest’anno si ricorda un avvenimento molto importante per il nostro paese, ovvero il 50esimo anniversario della morte di don Anastasio Amatulli. Sono in molti ancora oggi coloro che ricordano la sua immagine e che hanno avuto la fortuna di vederlo operare all’interno della chiesa dei Cappuccini. Ma sono anche tanti che non sono a conoscenza di quanto fosse grande l’amore di questo sacerdote per la sua parrocchia e la sua comunità. In questo breve articolo, si vogliono riportare solo alcuni avvenimenti della sua vita, ma chiunque fosse interessato ad avere un ricordo più completo dal suo operato, può leggere il libro Don Anastasio Amatulli, pubblicato nel 1968, a solo un anno dalla sua morte, per rendere omaggio alla sua memoria.
LA NASCITA. Quarto di sei fratelli, Anastasio Amatulli nasce a Noci, insieme alla sua sorella gemella, il 31 dicembre del 1919. Sin da bambino inizia ad avvicinarsi al mondo ecclesiastico, diventando chierichetto in Chiesa Madre, dove inizia a servire la Messa, nonché a ripetere le prediche, atteggiandosi da sacerdote e predicatore. Negli anni ’30 inizia a frequentare l’oratorio nocese e si iscrive al gruppo dei bambini cattolici, vincendo anche diversi premi.
LA VOCAZIONE. Sul finire delle elementari, Anastasio inizia a sentire dentro di sé la vocazione sacerdotale. Così esprime al padre il desiderio di iscriversi al seminario, ma in un primo momento questa vocazione non trova un riscontro positivo. Nonostante le varie insistenze, alla fine il padre cede alla proposta del figlio e il 19 novembre del 1930 Anastasio inizia il nuovo cammino nel seminario diocesano di Conversano. Da quel giorno il padre inizia a ricredersi della vocazione del figlio e, due anni dopo, prima di morire, esprime il desiderio di far continuare il percorso in seminario «a costo di qualsiasi sacrificio».
L’ORDINAZIONE. Terminato il seminario di Conversano, nel 1935, Anastasio si iscrive al seminario maggiore di Molfetta, dove si trascorrono gli anni che più incidono su tutta la vita umana e spirituale di un sacerdote. Dal 1940 al 1942, inizia a scrivere un suo primo diario personale, il quale si concluderà il giorno dopo l’Ordinazione, avvenuta il 19 luglio del 1942. Quel giorno amministra il primo Battesimo e il giorno successivo celebra la sua prima messa, nonostante la sua prima predica la effettua, ancora seminarista, nella chiesa madre di Noci nel 1931.
LA VITA DA PARROCO. Il 26 luglio del 1942, dopo alcuni giorni dedicati alle celebrazioni nella cappella delle Suore nell’ospedale di San Domenico, don Anastasio Amatulli celebra la sua prima Messa solenne all’interno della chiesa di Santa Chiara. Negli anni don Anastasio si reca a Roma, a Molfetta e al Seminario Convitto di Conversano, in cui rimane finché non diventa vice-parroco della Chiesa Madre di Noci e, infine, parroco della neo-costruita parrocchia SS.mo Nome di Gesù. Era il 4 novembre del 1945. Per quasi un ventennio, dall’8 agosto del 1945 fino all’8 dicembre del 1965, don Anastasio scrive un secondo diario, dove annota alcune vicende parrocchiali, all’interno del convento dei cappuccini. Nel del diario sono annotati, inoltre, tutti gli interventi di manutenzione effettuati nella parrocchia, la quale si trasforma dal vecchio convento campestre che era, alla nuova chiesa che tutt’oggi ancora vediamo.
La devozione mariana di don Anastasio è tale al punto di nutrire profondo interesse verso la figura della Madonna. Infatti il sacerdote prende parte alla ristrutturazione della chiesa della Madonna della Croce, nonché alla ristrutturazione della sua immagine e procede all’installazione del mosaico presente tutt’oggi in piazza Garibaldi. Questa sua forte devozione gli permette di costruire una nicchia all’interno della sua chiesa, dedicandola a Nostra Signora di Lourdes, realizzata con rocce prelevate dagli scavi della piscina comunale e con colonne prelevate da Grotta Gemmabella. Inoltre don Anastasio procede al rifacimento del tetto, alla pitturazione delle pareti, alla sostituzione del vecchio altare maggiore, al rifacimento della sagrestia, alla realizzazione di un nuovo campanile, alla realizzazione dei locali retrostanti la chiesa e alla realizzazione di una biblioteca al servizio dei nocesi.
LA MORTE. La mattina di sabato 8 luglio 1967, don Anastasio si reca a Brindisi per benedire le nozze del nipote, insieme alla zia dello sposo e suo nipote. Dopo la celebrazione e i festeggiamenti, don Anastasio decide di far visita a un suo compagno di scuola e di ordinazione. Nel pomeriggio, prima che facesse buio, il sacerdote decide di far ritorno a Noci per iniziare i preparativi per la messa domenicale. Avviandosi a Noci, don Anastasio decide, però, di imboccare un’altra strada, meno trafficata ma parallela alla Strada Statale 16, che collega Brindisi a Bari. All’altezza di Torre Canne, però, l’auto si scontra frontalmente con un camion che trasporta marmi, diretto ad Ostuni. Il camion finisce contro un muro e don Anastasio viene sbalzato fuori dalla macchina. Tutti e tre gli ospiti della vettura muoiono nell’incidente. Pochi giorni dopo, don Anastasio avrebbe compiuto 25 anni di sacerdozio.
Nelle ore successive alla sua morte, la notizia si diffonde tra i cittadini. La mattina successiva tutti sono a conoscenza del tragico evento e nessuno si capacita di come possa essere accaduto. Le tre salme vengono prima depositate all’interno della chiesa SS.mo Nome di Gesù per poi essere portate, in corteo, nella Chiesa Madre dove sarà celebrato il funerale. Tutti i nocesi si recano a rendere omaggio a don Anastasio, accompagnandolo anche nel viaggio verso il cimitero. Il 19 luglio, giorno del suo 25esimo anniversario di sacerdozio, la chiesa dei Cappuccini è comunque addobbata a festa per celebrare l’evento, che ancora una volta riunisce tutto il popolo nocese.
LA BIBLITOECA COMUNALE. Il 23 luglio 1967, a soli due giorni dal consiglio comunale in suo onore, si procede all’inaugurazione della Biblioteca Comunale, intitolata, il 21 giugno del 1968, a colui che tanto la aveva desiderata nei locali attigui alla parrocchia. La biblioteca, col tempo, ha reso giustizia alle potenzialità che il parroco aveva previsto in ambito della cultura. Oggi è diventata, grazie anche ai direttori e al personale che si sono susseguiti, un punto di riferimento per molti bambini, ragazzi, uomini e donne. Il suo patrimonio cresce di anno in anno, grazie anche alle tante donazioni dei numerosi cittadini che ancora oggi continuano il progetto di don Anastasio.
Oltre a portare alto il nome della nostra biblioteca, don Anastasio ha da sempre operato per far raggiungere ai massimi livelli la piccola chiesa rupestre dei cappuccini, affidatagli ancor prima che lui diventasse sacerdote. Il suo nome, il suo operato e le sue volontà saranno sempre legate a quei locali che con tanta fatica e determinazione lasciano un’importante impronta nella storia della nostra comunità.
Le informazioni e le fotografie presenti sono state estrapolate dal già citato volume, conservato all’interno della Biblioteca Comunale Mons. Amatulli di Noci.