“Salvati dall’oblio”: l’ultima opera letteraria di Domenico Forti

NOCI – Salvaguardare i grandi classici della letteratura italiana e non, ponendoli alla portata di tutti. È questo l’obiettivo che il professor Domenico Forti continua a perseguire nella sua ultima pubblicazione intitolata “Salvati dall’oblio” (Aga Editrice).

Classe 1933 e professore di francese presso la scuola media Gallo, ‘Mimino’ è stato attivo politicamente fino agli inizi degli anni 80, ricomprendo più volte l’incarico di consigliere comunale, oltre a ruoli dirigenziali in associazioni, partiti e sindacati. Tanti i libri da lui pubblicati negli ultimi 30 anni come la raccolta di poesie Noci-madre, la favola Nei giardini celesti, La Costituzione in versi, La Divina Commedia in dialetto nocese, Il Pinocchio di Collodi in versi, una traduzione dal latino dell’Eneide di Virgilio, nonché due dizionari Nocese-Italiano.

«Il lavoro che io faccio mi diverte» ci confida il professore, seduto comodamente nel suo salotto. «Il mio lavoro non è quello dell’accademico o del professionista. È di uno che ci prova gusto per certe cose e affronta quell’argomento nel limite delle sue possibilità. E la scelta di alcune opere è dettata dalla curiosità che deriva da un curriculum scolastico ben preciso». L’ultimo libro presenta, quindi, una raccolta di traduzioni dal latino all’italiano e dall’italiano al dialetto nocese, come già accaduto per altre pubblicazioni passate, con l’intento di «salvare questi documenti dall’essere dimenticati, nonostante oggi ci sia una desertificazione culturale in corso. Bisogna recuperare questi pezzi facilitandone la lettura e la comprensione ed io cerco di farlo attraverso la suddivisione in endecasillabi». Infatti, all’interno del volume è presente una traduzione dal latino del De Senectude di Marco Tullio Cicerone e del Carmen saeculare di Quinto Orazio Flacco, la traduzione in dialetto nocese di alcune novelle orientali Le mille e una notte, una sezione Propedeutica all’educazione sessuale e la traduzione della Lettera sulla felicità, uno dei testi più famosi del filosofo greco Epicuro.

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Le traduzioni in dialetto, oltre che a un piacere personale, sono volte a favore della comunità per rendere queste opere più vicine ai lettori. «Andiamo alla ricerca del linguaggio appreso dalle nostre madri. Il dialetto riusciamo a parlarlo perché le nostre madri ce lo hanno insegnato con la parlata diretta. Nel nostro paese abbiamo persone che avrebbero potuto dare un valido contributo se le loro opere venissero portate alla luce. E le sue radici affondano nel vivo delle persone. Il linguaggio è una delle espressioni spirituali dell’uomo, dal momento che è entrato in comunicazione con gli altri proprio con questo mezzo».

Chiunque voglia avvicinarsi alla letteratura, vedendola attraverso gli occhi del nostro concittadino, può farlo prenotando il volume presso la cartolibreria Cartunia, oppure rivolgendosi presso la Biblioteca Comunale di Noci, dove sono conservate alcune opere sopra citate. La speranza è che queste vengano riportate alla luce, permettendo all’incombente desertificazione di diventare un campo fertile su cui far nascere nuovi classici della letteratura nocese.

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