NOCI – Permettetemi, prima di entrare nel vivo degli argomenti, di presentare questa rubrica che avrò il piacere di curare. “Controvento” vuole essere uno spazio di riflessione prendendo spunto da eventi sia particolari che generali. Non è uno spazio contro o a favore di chicchessia ma con l’intento di offrire e stimolare una visione di ciò che ci accade intorno più “partecipata” perché come diceva Alexis de Tocqueville “quando il cittadino è passivo è la democrazia che si ammala”.
Come primo argomento ho scelto quello che è stato “l’incubo” dei nocesi per tutta l’estate: “la raccolta differenziata”. Siamo partiti con lo scetticismo e la diffidenza più totale così come esperienza ci insegna avvenire sempre difronte alla necessità. La fantasia non si è risparmiata: anziani e meno anziani ipotizzavano scenari apocalittici e spesso ilari ma poi quando si è partiti c’è stata la competizione a chi la faceva meglio: “…questo si mette qua, quello la; io ci ho messo il nome, io l’ho appeso, …”. Questa novità che è stata definita “epocale”, come la maggior parte degli eventi che avvengono in questa città, è arrivata con molta calma: tutti i paesi vicinori si sono organizzati da tempo e, per quanto mi risulta, siamo l’ultimo paese della zona ad attrezzarsi; a questo punto qualche bontempone direbbe “meglio tardi che mai” e non mi sento di dargli torto anche perché la legge che obbliga alla differenziata è dell’anno 2006!!!! Premetto che l’obiettivo della differenziata è nobilissimo e da condividere in quanto l’intento è quello di rendere meno inquinato il nostro pianeta che non è altro che la nostra casa, ma detto questo, le modalità operative vanno migliorate.
Veniamo alle note dolenti: innanzitutto perché dividere il paese in centro abitato ed agro con tempi diversi: non si poteva partire tutti insieme? Molti cittadini lamentano che in alcuni giorni non è stato effettuato il ritiro, il mancato rispetto degli orari indicati nella ecoguida, la concomitante assenza, da quando è partita la differenziata, del servizio di spazzamento di molte delle strade non principali; disservizi ai quali è da aggiungere una cattiva abitudine che sta prendendo piede tra gli esercenti di attività commerciali: lasciare i raccoglitori personalizzati per strada con l’assurda conseguenza che i raccoglitori collettivi sono stati sostituiti da quelli personalizzati. Si è creato, inoltre, un problema di ordine pubblico: i cani randagi che prima rovistavano nei raccoglitori pubblici, ora, oltre ad essere più affamati e dunque più aggressivi, rovistano i mastelli privati. Certamente la situazione migliorerà col tempo ma una domanda sorge spontanea: non si poteva fare tesoro delle esperienze di altre realtà consolidate visto che da anni ormai effettuano il servizio?