NOCI – È giunta al suo quarto appuntamento la rassegna Incontri in libreria, manifestazione promossa dall’associazione Vivere d’Arte Eventi in collaborazione con il Mondadori Point di Noci. Il 28 gennaio si è svolto il secondo appuntamento del mese, il quale ha visto la presentazione del libro Puglia, le età del jazz (Adda Editore), l’ultimo lavoro di Ugo Sbisà, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e uno tra i primi insegnanti di storia del jazz in Italia.
Il libro, come da titolo, vuole essere un racconto di come la nostra regione ha vissuto e accolto la musica jazz, con un capitolo interamente dedicato alla nostra Noci, la quale ha dato i natali a uno dei primi jazzisti italiani. «Ho letto il libro con grande attenzione e anche con una piccola punta di bonaria invidia» ha commentato Livio Costarella, presentando l’autore al pubblico. «Sono rimasto molto sorpreso per quanto io conoscessi quella straordinaria epoca che è raccontata partendo dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Sono rimasto molto sorpreso dal straordinario dinamismo che c’era in quella bellissima stagione che va dagli anni ’70 in poi in tutta la Puglia dato che, fino ad una certa epoca, pensare di ascoltare il jazz sotto Roma e Milano era quasi impensabile. Questo libro racconta la nostra terra negli anni in cui la Puglia si faceva strada. Nel libro ci sono tantissimi racconti e ognuno potrà trovare una piccola memoria personale» come la città di Noci che ha vissuto l’esperienza dei festival jazz dalla fine degli anni ’80 fino al 2000, anche se con qualche interruzione.
Il libro nasce su insistenza di Mike Zonno il quale ha spinto l’autore a scriverlo. «Questa insistenza un po’ mi ha smosso e mi sono domandato come doverlo impostare perché non mi considero uno storico» racconta Ugo Sbisà. «Scrivere una vera storia del jazz avrebbe chiesto un lavoro immane di ricerca delle fonti. Però, ad una mia memoria personale costruita un po’ con la testimonianza diretta ho aggiunto altre storie che mi sono state raccontate. Inoltre, ho anche recuperato i testi di Adriano Mazzoletti (uno dei padri della diffusione della musica jazz in Italia ndr) il quale è stato il primo a ricordare dell’esistenza di Vito Morea, uno dei primi jazzisti italiani, figlio di un sarto di Noci». Ma come l’autore racconta, prima di Vito Morea c’era Michele Ortuso, un altro pugliese, forse considerato uno dei primissimi jazzisti italiani in assoluto, sicuramente il primo in Puglia. Ed è grazie a lui che Vito Morea inizia ad interessarsi al jazz, compendo una tournée in un’orchestra guidata da Coleman Hawkins, il primo grande sassofonista della storia del jazz.
«Queste storie che ho incominciato a raccogliere e ad unire con i miei ricordi mi hanno fatto pensare di non scrivere una storia del jazz in Puglia, ma un racconto che vuole mettere insieme tutta una serie di elementi. Nel libro non racconto soltanto il modo in cui si evolve la professione di un musicista e gli stili di questa musica, ma mi è piaciuto mettere un po’ l’accento su come si sono evoluti i gusti del pubblico e come cambiava la società. Un racconto diverso dal solito, un racconto che dovendo essere legato al jazz avesse in qualche modo un ritmo musicale».
Il prossimo appuntamento è fissato per l’11 febbraio all’interno del Chiostro di San Domenico e vedrà protagonista il noto regista televisivo e teatrale Pierfrancesco Pingitore, che parlerà del suo libro Scacco al Duce (Masciulli Edizioni).