NOCI – Il Liceo Ginnasio “Ermenegildo Laterza” di Putignano già come struttura (squadrata, ordinata, dagli spigoli vivi, pulita e ben organizzata) metteva timore, se poi ci aggiungiamo la presenza imponente del preside prof. Giuseppe Morea mi ritrovo negli anni in cui ho frequentato il liceo.
Gli anni dell’adolescenza, a quella scuola che anteponeva i doveri ai diritti: “studia e sarai premiato” e così ho “gabbato” il buon Onofrio il quale a giugno 1985 dovette cedere e regalarmi un fiammante motorino che difficilmente uscirà dalla mia memoria. Era la scuola dove nei corridoi se ti intercettava il Preside ti urlava con il dito puntato a mo di revolver da venti metri “…Forti in classe”; ma pure quella del preside che dopo venti anni con fare orgoglioso ti incontrava per strada e non eri più Forti ma Avvocato quasi a rivendicare una paternità che sicuramente aveva.
Di contro oggi vedo bambini annoiati ai quali fanno feste di compleanno grandiose già all’anno di età, con torte giganti che non mangiano, con animatori che non ascoltano, con genitori che sembrano schiavi, dei figli e degli occhi della gente. Bambini senza fantasia, che non sanno cosa fare se gli togli un tablet o uno smartphone dalle mani, bimbi che scrivono con le K al posto della C perché la grammatica è obsoleta, che non ringraziano, che non salutano, che non accettano mai un NO come risposta. Bimbi iper protetti dagli errori, dagli insegnamenti, dalla vita … che non conoscono ragioni plausibili per chiedere scusa, per leggere un libro, per socializzare con chi non ha le scarpe firmate o l’ultimo modello di barbie! Bambine truccate e smaltate, con vestiti da ragazza, con lo specchietto nella piccola borsetta …che sbadigliano e non disegnano.
Generazione che cambia, tempi che cambiano, i genitori fanno gli amici, i nonni fanno gli schiavi, gli insegnanti sono gli aguzzini che li stressano, poverini, stanchi come sono alla loro età imprecisata, fatta di troppi SI. Poi mi fermo un attimo e mi dico “ma non è che sto diventando vecchio???” Probabile, ma gli anni del liceo anche se “duri” mi hanno insegnato tanto, sicuramente più dell’Università, e mettendo in atto quegli insegnamenti ho affrontato la vita di tutti i giorni con le sue gioie ed i suoi dolori dominando le situazioni e non subendole. Forse dovremmo fermarci e riEducare, non come ieri nè come oggi, dare ai piccoli la possibilità di essere piccoli e ai grandi l’occasione di crescere davvero ricordando che prima dei diritti vengono i doveri!