NOCI – Durante la mia adolescenza aspettavo con trepidazione il compimento del fatidico diciottesimo anno di età non tanto per la festa che dovevo organizzare, rigorosamente a casa, quanto per il fatto che iniziava la mia vita da cittadino italiano con gli stessi diritti e doveri dei “grandi”.
In realtà la mia principale aspirazione era quella di conseguire la patente onde poter legalizzare la mia passione per le auto e la guida. Una passione trasmessa da mio nonno Tommaso che a Castellana Grotte è stato uno dei primi possessori di una autovettura e che durante la Seconda Guerra Mondiale dovette rinunciare alle quattro ruote (in senso stretto) che furono confiscate perché servivano sul fronte e così a nonna Maria non restava che ammirare in garage quattro tronchetti che sostenevano una bella carrozzeria.
Un altro traguardo era il conseguimento dell’elettorato attivo: da quell’anno avrei potuto votare! A scuola l’argomento era stato abbondantemente trattato: si è passati dal diritto di voto del 1861 riservato ai soli cittadini maschi di età superiore ai 25 anni e di elevata condizione sociale al suffragio universale maschile e femminile riconosciuto nel 1945. Abbiamo anche studiato La Costituzione repubblicana, art. 48, che detta principi fondamentali in materia di voto, stabilendo che esso è personale, eguale, libero e segreto e che il suo esercizio è un «dovere civico». La teoria mi affascinava e creava molte aspettative ma ahimè la pratica ha deluso tutte le aspettative.
Elezioni politiche 2018: un centinaio di candidati indagati e/o condannati; personaggi che prima “si dissociano” poi “si associano”, cd. Voltagabbana; deputati espulsi prima di essere eletti; una legge elettorale che ha già deciso il vincitore e la corte del principe; un vero e proprio “golpe” politico laddove ad una democrazia partita dal basso si è sostituita una oligarchia partita dall’alto. In questo scenario è prevedibile l’astensionismo che, a mio parere, è la risposta più sbagliata che si possa dare. Infatti chi ha architettato questo sistema elettorale ha fatto dell’astensionismo un punto di forza: meno gente va a votare più possibilità hanno i “pacchetti di voto” di essere determinanti. Mi rendo conto che non è facile scegliere ma dobbiamo farlo sia perché è un dovere costituzionalmente previsto sia per non dimenticare quanti hanno sacrificato anche la propria vita per fare in modo che tutti i cittadini, senza distinzioni, il 4 marzo avessero il DIRITTO di voto. Esercitiamolo.