NOCI – Un romanzo rosa è un’opera letteraria che racconta di una storia d’amore tra due persone, la quale termina sempre con un lieto fine. A volte, però, l’amore può essere dimostrato non verso una persona, ma verso qualcosa di molto più grande: la propria terra. Ed è proprio questo il pretesto che ha spinto lo scrittore barese Raffaello Mastrolonardo a raccontare la Puglia nel suo ultimo romanzo intitolato La scommessa (Edizioni Tea), proposto nell’appuntamento di marzo della rassegna letteraria Incontri in libreria promossa dall’associazione Vivere d’arte eventi.
Presentato da Marghe Tinelli lo scorso 11 febbraio nella libreria Mondadori Point, il libro racconta della storia di Gian Lorenzo Manfredi, chiamato da tutti Maestrale, un rinomato architetto il quale si è guadagnato il successo in ristrutturazioni di prestigio nella nostra terra. E proprio nella sua Puglia, incontra Miriam, una forestiera che decide di trasferirsi lì insieme al marito e insieme decidono di acquistare una masseria tra Cisternino e Pezze di Greco. I due coniugi chiedono, così, l’aiuto del famosissimo architetto per ristrutturare la masseria, ma questo innesca un amore tra Miriam e Gian Lorenzo che farà mettere in gioco loro stessi e il loro mondo.
«Nel romanzo non si racconta soltanto l’amore tra un uomo e una donna, ma anche l’amore tra un uomo e la sua terra» racconta Raffaello Mastrolonardo al pubblico presente. «Nonostante il protagonista rappresenti l’antitesi dell’amore, una cosa gli salva l’anima. Il profondo e radicato amore che lui ha per questa terra, che lo ha portato a concentrare la sua attività personale di architetto, non nella progettazione di nuovi palazzi, ma nel ristrutturare e ridare vita a un patrimonio che è estremamente diffuso nelle nostre campagne, creando un rapporto di intensa simbiosi con la terra che li ospita».
L’amore del protagonista del romanzo si riflette sull’amore che l’autore ha per la propria terra. «Avevo bisogni di raccontare l’enorme fortuna che noi abbiamo nell’essere nati e nel vivere qui. Ora. Quando io scrivo delle bellezze della Puglia lo scrivo per i pugliesi. Purtroppo, però, essendoci nati, non riescono a darle valore. Siamo nati in una terra che ha tutto, in termini di bellezze naturalistiche, architettoniche, gastronomiche, storiche e umane. E diamo questa ricchezza per scontata. Noi non siamo consapevoli di quale fortuna abbiamo e in quale patrimonio viviamo. E per questo non lo amiamo a sufficienza e non siamo in grado di valorizzarlo. Noi pugliesi abbiamo il dovere di proteggere la nostra terra».
E questo amore porta il lettore in un inganno letterario. «Voi pensate che io scriva storie d’amore. No. Quella è una scusa. È una trappola per imprigionare il lettore in una maglia che lo porta altrove. Lo porta a scoprire la bellezza della nostra meravigliosa regione».
Inoltre, lo scrittore barese, si complimenta con chi lo ha ospitato. «Aprire oggi una libreria è un atto eroico. Non bisogna parlare delle librerie come negozi. Io suggerisco di non chiamarle nemmeno librerie. Bisogna abituarsi a chiamare questi luoghi “Le farmacie dell’anima”. Abituate i vostri figli a portarli in queste farmacie dell’anima per curare un qualcosa tanto importante quanto il corpo». Il prossimo appuntamento nella farmacia dell’anima è fissato per il 25 marzo alle ore 18.30 con la presentazione del libro Nonnitudine di Fulvio Ervas.