NOCI – Si svolgere sabato 6 e domenica 7 ottobre, presso il Liceo Scientifico ed il Chiostro delle Clarisse, il 1° Workshop territoriale sulla rete delle cure introduttivo alla comunicazione aumentativa alternativa.
L’evento è promosso dall’Associazione di Promozione Sociale ZOE in collaborazione con l’ASL Bari – Struttura complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, l’Università degli studi di Bari – Dipartimento della Formazione Psicologia e Comunicazione, l’ISAAC Comunicazione Aumentativa, l’ISS Da Vinci-Agherbino di Noci e SIDIMA – Società Italiana Disability Manager, gli Istituti Comprensivi del nostro territorio, e con il patrocinio dell’Ufficio del Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità.
L’iniziativa, in linea con quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha lo scopo di potenziare i servizi di prossimità attivando collaborazioni strutturate e durature fra i diversi nodi della rete presenti sul territorio (amministrazione comunale, istituzione scolastica, università, famiglie, servizi socio – sanitari, associazioni e servizi culturali e di educazione non formale).
L’argomento è quanto mai importante: la CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa) è un’area della pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di persone con difficoltà di comunicazione, che richiedono un’assistenza particolare per parlare e/o scrivere. L’incapacità di parlare o scrivere senza un’assistenza particolare può avere cause congenite, le principali delle quali includono disabilità intellettive severe, paralisi cerebrale infantile, autismo e aprassia del linguaggio. Le disabilità acquisite che più spesso richiedono interventi di CAA comprendono la sclerosi laterale amiotrofica, la sclerosi multipla, traumi cranio-encefalici e ictus del tronco cerebrale. Si parla di comunicazione aumentativa perché l’obiettivo è quello di arricchire, completare, implementare al massimo le abilità comunicative naturali della persona con disabilità verbale; alternativa perché si utilizzano strategie diverse da quelle verbali, come tabelle, simboli, immagini, scritte e software dedicati, scelti in base ai bisogni specifici e alle possibilità del paziente.
«L’evento in questione si presenta quale iniziativa particolarmente significativa, in quanto si pone non solo come evento introduttivo alla CAA, ma altresì come momento iniziale di un percorso volto alla realizzazione di una rete di prossimità di protezione e cura che veda quali soggetti agenti, al contempo, strutture e risorse che garantiscono prestazioni socio-assistenziali e sanitarie, pubblici amministratori, dirigenti scolastici, insegnanti, operatori educativi. Insomma, la comunità nella sua interezza – dichiara l’Assessore alla Socialità, Marta Jerovante. – La tutela dei diritti di cittadinanza delle persone tutte, ma, ancor più, di coloro che presentino spiccate condizioni di vulnerabilità impone l’attivazione di modalità di collaborazione connotate da un approccio integrato sul piano culturale, organizzativo e professionale. Obiettivo ultimo di questo primo evento è dunque lo sviluppo progressivo ed integrato di una rete di servizi, interventi e progetti personalizzati di natura sanitaria, sociale e socio-sanitaria. Le finalità dell’iniziativa, perlatro, risultano perfettamente coerenti sia con le Linee Programmatiche di questa Amministrazione sia con gli obiettivi del Piano Sociale di Zona, e per questo abbiamo deciso di sostenerla».