NOCI – E’ partito in questi ultimi giorni il tam tam “Bacco si, Bacco no”. Dando uno sguardo su internet, i siti che si occupano di intrattenimenti in Italia ed in Puglia in particolare danno per certa la celebrazione della diciannovesima edizione per il dieci ed undici novembre ma leggendo i settimanali locali si perde questa certezza.
Bacco viene spesso raffigurato come un uomo solitamente ebbro, spesso in mano ha una coppa di vino. Senza voler scomodare più di tanto la mitologia, Bacco nelle Gnostre da piccola sagra col tempo è diventato un evento enogastronomico tra i più attesi in Puglia. Bacco delle Gnostre – vino novello e caldarroste in sagra – scalda l’autunno con sapori autentici e festa di popolo allietata da musica, artisti di strada e altre iniziative culturali interessantissime che fanno scoprire ed apprezzare il nostro territorio. Senza ombra di dubbio costituisce un volano per tutta l’economia locale, un evento da custodire gelosamente perché giungere alla diciannovesima edizione significa aver lavorato bene.
Non vi nascondo che confrontandomi con colleghi di altre regioni nelle mie trasferte lavorative da Palermo a Monza, la città di Noci era conosciuta per questo evento. Evento che come per me credo inorgoglisca tutti i cittadini. Oggi sentire che è in dubbio onestamente risulta essere un pugno nello stomaco: con tutto il “ritorno” che comporta l’evento sarebbe suicida non celebrarlo. Senza dubbio, anche per le “eccessive” misure di sicurezza richieste, risulta essere molto più oneroso ma questo non deve scoraggiare il connubio pubblico-privato per raggiungere l’obiettivo. Basti riflettere su quanto è accaduto nei paesi limitrofi dopo le prime edizioni: Conversano ha inaugurato “novello sotto il castello”, ma la cosa più eclatante che ho scoperto si celebra ad Altamura: “Bacco nella gnostra”! Se ci imitano sicuramente un motivo positivo c’è: amministratori pubblici e privati vedete come dovete fare ma Bacco deve venire nelle gnostre anche quest’anno!