Decreto Sicurezza: se ne è parlato il 20 febbraio a Bari

NOCI – È stato presente il Sindaco Domenico Nisi ieri (20 febbraio) all’iniziativa organizzata dalla Regione Puglia su “Decreto sicurezza e sindaci: cosa cambia nel welfare e nei diritti delle persone” in Fiera del Levante a Bari.

Un incontro molto partecipato, che ha registrato circa 300 presenze tra sindaci, amministratori locali, associazioni, rappresentanti terzo settore, avvocati. Il tema è “caldo” e v’è l’esigenza di approfondire quali saranno gli effetti reali del Decreto Sicurezza (n. 132/18) sulle politiche abitative, sui servizi sociali, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, formazione e inserimento al lavoro e tante altre tematiche che hanno un impatto diretto su città e territori.

Oltre al Presidente Michele Emiliano, erano presenti anche Agostino De Paolis, Dirigente Sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le migrazioni, Antimafia sociale della Regione; l’avv. Dario Belluccio per ASGI, Francesco Crudele per ANCI Puglia, Riccardo Rossi per UPI Puglia e Anna Caputo per ARCI regionale.

«Per l’occasione è stata sancita la costituzione di un coordinamento tra Regione Puglia, Amministrazioni locali e operatori del settore – spiega il Sindaco. – Lo scopo è quello di esaminare a fondo tutta una serie di criticità e problemi applicativi del Decreto e immaginare soluzioni in grado di far fronte rispetto alla vera e propria emergenza che ne potrebbe derivare. Dobbiamo solo pensare che in Puglia abbiamo 112 progetti negli Sprar attivi su 887 a livello nazionale, con una presenza di circa 3.500 persone. Uno di questi riguarda anche il nostro Comune. Che fine farebbero queste persone con l’uscita dai programmi di aiuto? Tengo a rimarcare – ha concluso il Sindaco, – che la nostra Regione è da sempre terra di accoglienza, in cui nessuno è straniero. Peraltro il nostro Statuto Comunale All’Art. 1 Comma 1 recita: “La comunità di Noci, per tradizione incline alla ospitalità e alla solidarietà, è aperta a donne e uomini non residenti di diversa cittadinanza e apolidi”. Salvaguardare la nostra storia vuol dire anche salvaguardare tutte le persone che hanno deciso di risiedere in questa terra: a prescindere dalle ragioni che le spinge lontano da casa e dalla nazionalità, tutte le persone sono risorse preziose».

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