Se gli stranieri fanno paura i nocesi fanno schifo

NOCI – Sono da sempre stato contro le generalizzazioni: gli extracomunitari, i meridionali, i rom e via dicendo non sono un gruppo che si comporta in un determinato modo frutto del dire comune ma sono gruppi di persone all’interno dei quali vi sono persone rispettabili ed altre meno. Ma sono rispettabili o meno non per il colore della pelle o l’appartenenza etnica ma perché hanno determinati comportamenti che non possono coinvolgere tutto il gruppo ma restano personali.

Mario Forti
Mario Forti

Ho fatto questa premessa per raccontarVi un fatto, che per me è una vergogna, di cui sono stato testimone in prima persona. Giovedì pomeriggio mi sono recato presso la ricevitoria Giacovelli per acquistare delle marche da bollo e mentre ero in attesa del mio turno ho notato un ragazzo di carnagione scura quasi spaesato con un borsone che in un italiano stentato ma comprensibile mi ha chiesto se in quel posto si vendevano i biglietti del’autobus che porta a Bari. Interpellato Giuseppe gli ho confermato che si vendevano e che costava quattro euro dopodiché con fare timido l’amico, che poi ho scoperto chiamarsi Naffour ed essere di origine indiana, mi ha chiesto dov’era la fermata dell’autobus.

Di primo acchito ho iniziato a spiegare che doveva raggiungere la zona del Liceo Scientifico ma quando ho iniziato a dire destra, sinistra, dritto, ho perso Naffour all’altezza della chiesa dei Cappuccini. A quel punto ho ritenuto molto più semplice metterlo nella Smart e portarlo a destinazione, e così è stato. Nel seppur breve tragitto la mia indole indagatrice è venuta alla ribalta ed ho scoperto che Naffour aveva lavorato per due mesi presso una azienda agricola di Noci come stalliere e che era venuto per sostituire un suo conoscente che doveva rientrare in India per due mesi. E fin qui niente di particolare.

Poi ho chiesto quanti giorni la settimana lavorasse e per quante ore: tutti i giorni dalle cinque la mattina alle otto la sera; quanto fosse lo stipendio: settecento euro per i due mesi e qui mi si sono arricciati i capelli. Ma non è finita: quella brava persona che l’aveva elegantemente sfruttato e spremuto ha avuto la brillantissima idea di pagarlo con un assegno di 600,00 Euro che Naffour mi ha mostrato insieme ad una banconota da 50 Euro che possedeva.

Naffour doveva andare prima a Bari e poi a Milano per ritornare a casa e tu datore di lavoro grandissimo pezzo di m…. non ti sei preoccupato di accompagnarlo almeno all’autobus, gli hai dato un assegno che molto difficilmente riuscirà a scambiare nonostante sapessi dei viaggi che doveva affrontare.

Con l’augurio che un fulmine, mentre gli animali sono al pascolo, faccia giustizia su quella stalla vi invito a riflettere sulle facili e semplicistiche generalizzazioni tanto in voga in questo periodo.

Leave a Reply

Your email address will not be published.