NOCI – Ha suscitato molto clamore il sequestro, avvenuto nei giorni scorsi, di ben “tre” chili di orecchiette rinvenute in un ristorante di Corso Vittorio Emanuele a Bari senza la dovuta etichettatura in quanto trattavasi di pasta fatta in casa dalle signore del centro storico. La busta di pasta è stata distrutta. E così mi è venuto in mente il simpatico film di Checco Zalone del 2009 “cado dalle nubi” e precisamente il momento in cui Checco scopre che il suo futuro suocero (leghista della prima ora) ha buttato le orecchiette portate in dono dalla puglia nell’immondizia.
Apriti cielo: “ … madre perdonili perché loro non sanno quello che fanno …se non ti piacevano le orecchiette me lo dicevi che ce li davo ai poveri invece di gettarli dentro all’immondizia…vado via mi fa troppo male l’orgoglio…” e tante altre esilaranti gag. Il caso è destinato a far discutere in una città dove le donne che producono e vendono orecchiette sull’uscio delle proprie abitazioni sono diventate un simbolo, conosciuto ed “esportato” anche all’estero. Dopo il sequestro le donne di Arco Basso hanno minacciato una protesta sotto il Comune: “Qui portano sindaci e ministri” ed il fatto rischia di rivoluzionare una tradizione secolare nel borgo antico. Eppure la visita all’Arco Basso dalle ‘signore delle orecchiette’ rimane una delle tappe obbligate nel capoluogo pugliese in ogni guida.
“Per il sindaco Antonio Decaro e il governatore Michele Emiliano – hanno spiegato a chi gli chiedeva una replica alle polemiche – siamo un simbolo della città, tanto che portano in visita all’Arco Basso tutti gli ospiti importanti per mostrare loro come si preparano le orecchiette”. La stessa Virginia Raggi, in visita alla città, si è cimentata nella preparazione della famosa pasta. Una tradizione che con i controlli potrebbe essere rivoluzionata: “Noi possiamo pure metterci in regola, ma questo significa che le orecchiette non saranno più vendute a 5 euro a confezione, ma almeno 10-15 euro. Di certo attualmente non guadagniamo i milioni dalla vendita” replicano piccate le massaie del borgo antico.
Mi sento di sostenere che nella vicenda non ha sbagliato la Finanza la quale ha semplicemente applicato la legge che impone etichettatura e tracciabilità dei prodotti alimentari ma bisogna tutelare anche le produzioni e particolarità “locali”.
Per i prodotti che testimoniano la cultura popolare potrebbe applicarsi una “eccezione” con il riconoscimento dell’ orecchietta fatta a mano quale “patrimonio della baresità”.