NOCI – La difficile situazione economica che l’Italia sta attraversando, causata dalla pandemia in corso, sta generando scontri e tensioni sulla produzione e vendita di alcuni beni di prima necessità, come il latte. Si è infatti registrato uno scontro in quattro caseifici della murgia barese, che operano nel territorio di Noci, Putignano e Gioia del Colle ovvero Deliziosa, Palazzo, Artigiana e Gioiella. Negli scorsi giorni questi hanno avvisato i loro allevatori della decisione di riconoscere un prezzo di acquisto a litro a titolo di acconto. Nella lettera si spiega che il latte alla stalla sarà pagato in acconto a € 0,36 al litro (contro i 0,40 + iva), mentre la restante somma sarà trattenuta, per poi essere successivamente rimborsata sulla base degli accordi raggiunti con le Istituzioni. Alla base di tale provvedimento si rintraccia la condizione critica attuale, legata allo stop all’attività imposto a ristoranti, pizzerie, alberghi e mense. Nonostante ciò, i caseifici continuano a raccogliere quotidianamente il latte, con un costo aggiuntivo sulla gestione del latte in esubero.
Ovvia e di forte disappunto la reazione di opposizione degli allevatori ed immediato l’intervento della Coldiretti, che spiega come il rallentamento legato alla ridotta vendita di tali prodotti alle attività di ristorazione sia «ampiamente supportato dall’aumento nella grande distribuzione delle vendite di latte Uht del 33,4% e di mozzarelle del 47,8% (dati IRI – Ipermercati, Supermercati, Discount, Libero Servizio) e del 20% di latte e derivati, secondo i dati Ismea-Nielsen. A dir poco singolare che, a fonte dell’atteggiamento dei trasformatori pugliesi che dovrebbero avere a cuore il destino della filiera del territorio, grandi industriali e multinazionali quali Auricchio, Parmalat, Invernizzi stiano continuando a fare accordi per il ritiro del latte senza alcuna riduzione del prezzo». Pertanto dalla Coldiretti si dispiega la richiesta al governo e alla Regione Puglia di indagare sui comportamenti in atto.
Non si è fatta attendere la risposta del Ministro Bellanova, che con una nota ha chiarito: «Non c’è spazio per chi approfitta dell’emergenza. Le imprese segnalino speculazioni e pratiche sleali alla casella di posta elettronica attivata dal ministero. In questo momento delicatissimo l’intera filiera agroalimentare sta dando un contributo vitale al Paese, assicurando continuità nella produzione, distribuzione e approvvigionamento dei beni prima necessità. Per questo abbiamo previsto multe da 15mila a 60mila euro per chiunque metta in atto pratiche sleali tra acquirenti e fornitori, colpendo il Made in Italy e danneggiando la nostra reputazione. Da oggi organizzazioni agricole, consorzi associazioni di produttori, hanno uno strumento in più che per impedire azioni di questa natura».