NOCI – Era il 12 aprile 2017 quando al caseificio “Sapori del Sole s.r.l.” del quale, nella cittadina nocese, in via Tommaso Fiore, ove era situato, non c’è più traccia, furono messi i sigilli.
Come esplicato, in un apposito servizio, dal telegiornale territoriale “TG Norba”, secondo le indagini della Guardia di Finanza, il caseificio sarebbe stato gestito, di fatto, da un terzo soggetto, secondo l’accusa, vicino ad un clan mafioso dell’hinterland barese. L’attività commerciale, inoltre, sarebbe stata intestata, fittiziamente, ad una coppia di coniugi incensurati e originari della località nocese.
In questi giorni, a distanza di più di quattro anni dalla confisca dell’esercizio, è arrivata la decisione della Terza Sezione del Tribunale Penale. Quest’ultimo ha accolto la tesi della difesa, dichiarando inesistente sia la pericolosità sociale di colui che, effettivamente, gestiva il caseificio, sia il fatto che i coniugi, risiedenti nel Nord Italia, i quali avevano affidato al 40enne nocese la gestione dell’attività, fossero gli intestatari fittizi di quest’ultima. Infatti, il Tribunale, dissequestrando i beni della società già fallita, ha dichiarato che il denaro investito nella società apparteneva alla coppia e non al gestore.
Tuttavia, nel corso di questi quattro anni, il caseificio è fallito a causa della mancanza di attivo. La somma di denaro restituita ai legittimi proprietari, adesso, potrebbe essere impiegata al soddisfacimento dei creditori.