Domenica 12 giugno l’Italia va al voto. Si vota in tutto il Paese per cinque quesiti referendari sui quali l’elettore è chiamato ad esprimersi. Ai seggi verranno consegnate altrettante schede di differenti colori: rosso, arancione, giallo, grigio e verde.
Il quinto quesito referendario, che si troverà nella scheda di colore verde, riguarda l’abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti magistrati nel Consiglio superiore della magistratura (CSM).
Nel dettaglio lo scopo è quello di abrogare il numero minimo di 25 firme per la presentazioni di candidature di magistrati presso l’organo del CSM.
Il quinto e ultimo quesito referendario è stato elaborato nel seguente modo: “Volete voi che sia abrogata la legge 24 marzo 1958, n.195(Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura), nel testo risultante dalle modificazioni e integrazioni ad esso successivamente apportate, limitatamente alla seguente parte: art.25, comma 3, limitatamente alle parole “unitamente ad una lista di magistrati presentatori non inferiore a venticinque e non superiore a cinquanta. I magistrati presentatori non possono presentare più di una candidatura in ciascuno dei collegi di cui al comma 2 dell’art.23, né possono candidarsi a loro volta”?”
Dunque, nel caso in cui vinca il SI si ripristina la Legge in materia di elezioni del CSM del 1956. Questa legge sancisce che ogni magistrato, nell’esercizio delle proprie funzioni, può proporsi all’elezione per competere alla carica di membro del Consiglio Superiore della Magistratura.