Una tradizione che si rinnova ogni anno, coinvolgendo ciascun concittadino nella riflessione e nel ricordo dei propri cari defunti. Tra la notte del primo e il due novembre, alcuni nocesi hanno acceso un cero e l’hanno posizionato sul proprio balcone per tutta la notte, creando così un suggestivo scenario di luci a ricordo delle persone amate che non sono più tra noi. Il gesto, semplice ma significativo, è un simbolo di rispetto, amore e onore dedicato ai defunti, legandosi a una tradizione antica che viene tramandata di generazione in generazione. Accendere un cero e lasciarlo acceso per tutta la notte è considerato un modo per accompagnare gli animi dei propri cari nel loro viaggio nell’aldilà, rafforzando il legame che ancora li unisce alla comunità.
Durante la notte tra il primo e il due novembre, lo sguardo dei passanti è verso i balconi delle case che s’illuminano di luci tremolanti. Le fiammelle dei ceri brillano nell’oscurità, creando un’atmosfera magica e malinconica che avvolge il paese. Camminando per le vie, è impossibile non essere colpiti, di tanto in tanto, da questa manifestazione silenziosa di affetto e riconoscenza.
Per i nocesi, questo gesto potrebbe rappresentare per i prossimi anni anche l’occasione per unire le loro storie personali alla storia della comunità nel suo insieme. Il cero acceso dovrebbe dar voce ancor di più ai ricordi e alle emozioni che altrimenti rimarrebbero private all’interno delle mura domestiche, permettendo di condividere il dolore ma anche la speranza e la gratitudine per i momenti trascorsi accanto ai propri cari.
Questa tradizione, oltre a essere un ricordo tangibile e visibile per chi ha perduto qualcuno di caro,dunque, rappresenta anche una forma di riconnessione con le radici e con l’identità della comunità. Immaginiamo Noci con tantissimi ceri sui balconi, il nostro paese così si trasformerebbe in un’unica grande famiglia, condividendo sentimenti e pensieri al di là delle divisioni e delle differenze.
“L’illuminazione dei balconi è qualcosa di molto toccante”, afferma Antonietta, una concittadina, “questa vecchia tradizione è stata fatta emergere da Don Stefano nel ricordo dei nostri cari”.
Il gesto del cero acceso, oltre a rappresentare un momento di comunione spirituale con i propri cari, invita anche a riflettere sulla fragilità della vita e sull’importanza di apprezzare e nutrire i legami familiari e amicali ancora vivi. Rendere omaggio ai nostri defunti diventa un monito a non dare mai nulla per scontato e a vivere ogni istante con gratitudine e amore.