Il Natale è da sempre la madre delle festività religiose. C’è il ritorno a casa di studenti, emigrati, amici e parenti. C’è il freddo e le tradizioni. Insomma c’è tutto per ritrovarsi in intimità. Il Natale è un festa religiosa, ma è anche un periodo propizio per il commercio. E nel commercio si sa, c’è anche chi non guarda in faccia nessuno. Come alcuni markettari senza scrupolo, che possono cavalcare il clima ed i sentimenti natalizi per fare profitto. Poco male se questo tradisce il senso religioso, i buoni sentimenti e la buona fede altrui. È di questi giorni la notizia della multa da un milione di euro alla famosissima Chiara Ferragni. Esiste in Italia una agenzia, l’AGCOM, Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha sanzionato due società riconducibili alla famosa influencer per pratica commerciale scorretta. Non siamo qui a fare i giudici, ma può essere un’occasione per imparare a riflettere e connetterci coi nostri sentimenti. La multa ricevuta da Chiara Ferragni e dalla Balocco è perché avrebbero illuso i consumatori di fare una donazione ai bambini gravemente malati, beneficienza che al momento non è stata documentata.
Mettiamoci per un attimo nei panni dei bambini o dei genitori di bambini affetti da gravi malattie, ricoverati all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Chissà quante famiglie del Sud hanno fatto un viaggio della speranza in ospedali così. Queste persone vedono che Balocco e Chiara Ferragni vendono un panettone ad un prezzo tre volte di più del normale, perché stavolta è griffato dalla Ferragni, vedono che la comunicazione di questa azione commerciale lascia in qualche modo intendere che ci sarà una donazione per la cura dei bambini, grazie agli acquisti dei consumatori. Qual è l’ammontare della donazione che bambini malati e famiglie sperebbero di ricevere dalla Ferragni? Considerato che da queste operazioni la Ferragni, già plurimilionaria, incassa un milione di euro, quanto è l’importo giusto da donare? Quanto queste famiglie sperano nella vicinanza, sensibilità e generosità dei consumatori?
Queste azioni sono speranze per chi soffre, sono ancore, gesti, segni a cui aggrapparsi per allontanare per un attimo la disperazione e per non sentirsi soli. La mancata donazione è una mancata promessa, un tradimento, che per quanto esplicita o implicita, deve fare i conti coi sentimenti di chi soffre.
Tra poco è Natale, tocca solo a noi scegliere se dare più spazio all’aspetto commerciale o al lato spirituale. Gesù è nato povero e non è morto ricco. Gesù ci ha insegnato la lealtà e la coerenza. Noi cosa insegniamo ai nostri figli?