NOCI – Mentre scrivo questo articolo che parla dei nuovi trend di comunicazione del 2016, dalla finestra del mio ufficio c’è un tramonto autunnale che nessuna parola può descrivere così bene quanto la forza emotiva che può liberare lo sguardo, quindi l’immagine del tramonto stesso. È questa la forza atemporale e adimensionale delle immagini.
Tutti i giorni, sempre di più, grazie ai social network, l’uso delle immagini (foto e video) è sempre più frequente nella comunicazione. Forme tradizionali e online si combinano, si integrano e danno opportunità di creare emozioni e relazioni sia a piccole che a grandi aziende. La facilità, l’immediatezza ed costi facilitano una “democratizzazione” della comunicazione. Ci offrono altresì la possibilità di apprezzare nuovi contenuti e codici comunicativi.
Sebbene in definitiva rispondano ad un unico obiettivo e ad una macro tendenza comune, le forme dei trend comunicativi sono svariate. Proviamo a trattarne qualcuno. Un effetto del web, della velocità con cui l’utente passa da una pagina all’altra, da un contenuto all’altro, del tempo frammentato a sua disposizione (spesso si va sullo smartphone tra una sala riunioni e l’altra, nell’attesa di essere serviti al banco), è la necessità di condensare in pochi secondi (spesso 4”, 7”, 15”) una serie di contenuti “irrinunciabili”. Questa compressione comporta una erogazione rapida e dinamica dei contenuti. Così facendo si alimenta una personalità estroversa al contenuto.
Questa tendenza, apparentemente obbligata, nutre un worning rilevante. L’esperienza scientifica ci fa notare come questo può andar bene per alcune categorie di prodotti e servizi, ma è del tutto deleteria per altre, che magari hanno un’anima più introversa. In quei casi seguire acriticamente i vincoli temporali ridotti può rendere inefficace la comunicazione. Il target interessato a certi prodotti è disponibile a spendere qualche secondo in più per accedere a più contenuti informativi o viceversa, nello stesso tempo, è preferibile ridurre i contenuti e renderli più “assorbibili”. Questa discrezione è nelle mani delle agenzie creative che hanno la grande responsabilità di seguire (o di determinare?) i trend con criterio e scientificità.
Oltre ad aspetti “obbligati” che determinano le nuove tecnologie e le nuove abitudini, ci sono poi dei trend che si vanno ormai consolidando e che ritroveremo con forza, speriamo non inflazionata, nel 2016, ovvero il ricorso allo storytelling, raccontare storie. I recenti test e lo sviluppo sempre più approfondito delle tecniche di comunicazione rinforzano l’efficacia dello storytelling, perché attiva immagini archetipiche provenienti da lontano, attiva nuclei diffusi temporalmente e territorialmente. La tendenza che ritroveremo nel 2016 sarà di uno storytelling che predilige il realismo, le storie vere.