NOCI – La parola smog deriva dall’inglese, dall’insieme di due parole: Smoke, che significa fumo, e Fog, che significa nebbia. È da oltre cento anni che usiamo questa parola per indicare un fenomeno atmosferico che si manifesta come una nebbia, una foschia. Purtroppo oggi le forme di smog sono diverse. Lo smog tradizionale si riferisce a quello prodotto dal largo uso del carbone, figlio della rivoluzione industriale. La sua combustione combinata alla nebbia forma delle anidriti solforose e solforiche che, combinate all’acqua atmosferica formano degli acidi. Il fenomeno è analogo alla formazione delle piogge acide. E così via con le altre forme di smog. Il punto è che lo smog è nocivo all’uomo. Il meno è l’irritazione agli occhi, più serio è l’irritazione alle vie respiratorie ed il fatto che è cancerogeno. Senza considerare che è dannoso agli ecosistemi. Insomma al lungo andare il rischio è l’estinzione dell’uomo e dei sui simboli storici (perché lo smog corrode anche gli edifici ed i monumenti).
In questi mesi le nostre città italiane, soprattutto quelle più fredde e con climi più umidi, ne è stata fortemente interessata. Milano ne è il simbolo, ma si è ricorso ai ripari anche a Roma e persino a Napoli. Dunque c’è poco da stare tranquilli. E Noci? Non possiamo dire nulla con certezza, se non che è comunque un paese freddo, con una certa umidità e che a pochi chilometri campeggia l’ILVA. La mancanza di rilevazioni puntuali ed aggiornate sullo smog a Noci non ci consente di affermare con certezza che l’aria nocese è buona 365 giorni l’anno. Ed i dati dell’Arpa Puglia, nei luoghi dove sono raccolti, rivelano che ci sono giorni dell’anno in cui i livelli di polveri sottili presenti nell’aria superano la norma.
E allora cosa fare? È certamente consigliata una duplice attività istituzionale: un monitoraggio dell’aria a Noci e la divulgazione delle buone pratiche. Ecco, le buone pratiche, sono quelle che partono dal basso e possono davvero migliorare la qualità dell’aria. In ambito mobilità le soluzioni adottate in altre località italiane sono: “zone 30” (ovvero limiti di velocità che comporta minori emissioni), aree a traffico limitato, uso dei mezzi pubblici, delle piste ciclabili. Queste ultime sarebbero utilizzabili a Noci. Pensate che a Bolzano 7 abitanti su 10 non usano l’auto. Per la scuola andrebbe incentivato il piedibus. Riguardo il verde pubblico va sostenuta l’adozione di aree verdi. E dal punto di vista dei consumi energetici far rispettare la già obbligatoria certificazione energetica per gli interventi sulle nuove case e sulle ristrutturazioni. Così si riduce sia l’inquinamento che le bollette delle famiglie. Quando iniziare ad attivare queste buone pratiche? Da ieri, possibilmente.