Processione dei Misteri 2016, Don Peppino: “Il messaggio delle statue è la misericordia”

NOCI – Anche quest’anno, il 20 marzo 2016, nella serata della Domenica delle Palme, si è svolta la Processione dei Misteri che vede portare in giro per le vie cittadine, le 12 statue raffiguranti la passione e la morte di Gesù, e che quest’anno compie 20 anni. Molti infatti sono stati gli eventi organizzati dal Comitato della Processione dei Misteri nella settimana appena trascorsa. Ma la processione dei Misteri a Noci ha origini molto più antiche. Andando indietro nel tempo, troviamo alcune testimonianze a partire dal 1635 dove un crocifisso, collocato nella chiesa del Carmine, veniva portato in processione dai confratelli. «Per trovare documentate “le processioni dei Misteri” – si legge nell’opuscolo – dobbiamo arrivare al 1723, quando la confraternita del Santissimo Sacramento partecipa alle solennità maggiori con le statue “di tutti li Misteri”». La processione si ridusse, a cavallo degli anni 70/80, alla sola statua dell’Addolorata. Ma è nel 1996 che “quelle antiche processioni di cui rimaneva solo il ricordo” ritornano nel vivo, portando in giro per il paese le antiche statue settecentesche e ottocentesche delle prime processioni, fino alla creazione, nel 1998, “Comitato per la Processione dei Misteri”. Col passare degli anni, la Processione dei Misteri si arricchisce sempre di nuove statue, fino ad arrivare alle 12 attuali. In particolare, la processione si apre con la Croce confraternitale con i simboli della passione (XIX secolo) e poi a seguire “Gesù al monte degli ulivi” (1999), “San Pietro e il gallo” (2006), “Gesù flagellato” (2001), “Ecce Homo” (1998), “Gesù cade con la croce” (2000), “La Veronica” (2002), “Simone di Cirene” (2004), “Gesù spogliato dalle vesti” (2004), “Gesù crocifisso” (1956), “La pietà” (XIX secolo), “Gesù morto” (XVIII secolo) e “L’Addolorata” (XVIII secolo).

Alla fine di questa Processione dei Misteri 2016, Don Peppino ha voluto condividere dei pensieri fraterni, consegnando i fedeli a una breve riflessione. «Il primo pensiero è di ringraziamento a tutte quelle persone che ci hanno permesso questa lunga meditazione sulla passione di Gesù. I portatori, le portatrici, gli animatori e quanti si sono adoperati a farci pregare. Il secondo pensiero è una presa d’atto per la fedeltà del comitato della processione dei Misteri, alle tradizioni da conservare. Vent’anni non sono assolutamente pochi. E sono un percorso non solo di conservazione, ma anche di consegna, di trasmissione della fede. Infine siamo consapevoli che la fedeltà delle tradizioni non è sempre la fedeltà degli impegni, perché siamo fragili. Se volessimo mettere insieme tutti i messaggi che vengono dalle dodici statue, la parola che forse possiamo scrivere è proprio misericordia. A vivere la misericordia, Papa Francesco ha voluto indire un anno intero per dire che non è una cosa facilissima. Chiediamo perciò insieme a Gesù di poter continuare mentre conserviamo e tramandiamo le tradizioni, l’impegno di essere fedeli alla parola “misericordia”. Il paese ha bisogno di misericordia. La chiesa è chiamata ad imitare Gesù nel mostrare la misericordia».  Don Peppino, in conclusione, ha voluto anche porre l’attenzione sugli immigrati che ogni giorno cercano di fuggire dal proprio paese nella speranza di una vita migliore. «Papa Francesco ci ha invitati a guardare con lo sguardo verso i campi poveri e perseguitati del mondo. Specialmente alle porte della Macedonia. La misericordia ci attende anche nei rapporti quotidiani tra di noi. Attraverso la meditazione di questa Via Crucis, il Signore ci conceda il dono di diffondere la misericordia nelle relazioni di ogni giorno, perché il paese ne venga trasformato».

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