NOCI – Martedì 26 aprile si è concluso il campionato dei Giovanissimi di calcio a 5, con un indiscutibile successo: seconda posizione nella classifica del girone, 27 punti, 9 partite vinte su 12 giocate. I numeri, insomma, parlano chiaro e dicono molto sulla straordinaria performance dei giovani nocesi. Ma a raccontarci la stagione nella sua totalità, tra difficoltà e soddisfazioni, è il mister Giuseppe Lippolis.
Si aspettava questi ottimi risultati e qual è, per così dire, il segreto della vostra squadra?
Sicuramente non avrei mai immaginato che alla prima esperienza nel calcio a 5 per i nostri ragazzi, avremmo potuto fare cosi tanto bene: secondi solo allo Sport Five Putignano, squadra dalla lunga tradizione nel futsal, che ha battuto recentemente la capolista del’ altro girone classificandosi quindi, in assoluto, la squadra più forte pugliese. Sicuramente i nostri punti di forza sono la coesione del gruppo e l’impegno che i miei giocatori mettono in allenamento ed in partita. Inoltre, ciò che ci ha permesso di avere la meglio contro squadre composte da ragazzi che ormai giocano da diversi anni nel calcio a 5 è sicuramente un attacco prolifico ma anche una buonissima fase difensiva che ci vede aver segnato ben 110 gol in 12 gare nelle quali abbiam subito appena 24 reti. Ad impreziosire le statistiche c’è il fatto di non avere un giocatore particolarmente più dotato degli altri, che segna una valanga di gol e trascina con la sua individualità la propria squadra alla vittoria, bensì, a differenza di altre compagini che abbiamo affrontato in questa stagione, la mia squadra vede ben 15 diversi marcatori, sintomo questo di un sistema di gioco che mette al primo posto un organizzazione collettiva di un certo tipo e non l’esaltazione del singolo.
Tra le tante note positive immagino ci sia anche la convocazione di Stefano Notarnicola al Torneo delle Regioni. Ma qual è stato, per lei, il momento di maggior soddisfazione?
Sì, tra le tante note positive c’è sicuramente la convocazione di Stefano Notarnicola nella selezione dei migliori 12 giocatori pugliesi della categoria giovanissimi. Bisogna inoltre considerare che Stefano ha colmato, nei pochi mesi nei quali si è cimentato nella nostra disciplina, il gap soprattutto tattico che lo divideva da chi nel calcio a 5 si cimenta da anni, superandoli e mostrandosi pronto a rappresentare la nostra Puglia. Indubbiamente una delle più grandi soddisfazioni è stata quando pochi giorni prima della partenza, il tecnico della rappresentativa pugliese, mister Fracchoiolla, mi ha chiamato chiedendomi di fare un amichevole tra la nostra squadra e la rappresentativa, amichevole dall’indiscusso prestigio pensando anche al fatto che siamo stati gli unici ad avere l’onore di poterla disputare. Ma la soddisfazione più grande di tutte è vedere i ragazzi crescere, maturare, migliorare e fare esperienza.
Qual è il giocatore di cui è maggiormente soddisfatto per la sua prestazione o per il suo percorso di crescita? Quali sono, per lei, le principali qualità di un buon giocatore?
Posso affermare con fermezza che ognuno di loro ha, chi più chi meno, compiuto dei progressi. Per il mio modo di concepire lo sport, c’è sempre da imparare soprattutto in giovane età e le garantisco che si può e si deve sempre migliorare, curando al massimo i dettagli che, alla fine, sono la cosa più importante. Sono un mister atipico, sono capace di trovare difetti anche quando stiamo vincendo 14-0 e di riprendere tutti indistintamente, dal più grande al più piccolo, dal più tecnico al meno tecnico e non lo faccio per pignoleria ma solo perché sono uno che non si accontenta e voglio che i miei ragazzi siano ambizioni. Per me il prototipo di giocatore congeniale dovrebbe avere un giusto mix tra tecnica e tenacia, il giusto compromesso tra quantità e qualità, per intenderci avere dei buoni fondamentali tecnico-tattici, ma soprattutto essere capace di prendere una decisione corretta nel più breve lasso di tempo possibile. Circa il proprio atteggiamento, l’ideale sarebbe avere un giocatore dotato di grande forza di volontà, che anteponga gli interessi del gruppo ai propri e che sia una brava persona dal punto di vista umano.
Qual è stata, a suo parere, la partita più bella del campionato? E quale la peggiore sconfitta?
Parto dalla peggiore: la sconfitta, a mio avviso immeritata, a Sammichele per 4-1. Invece la migliore il ritorno in casa proprio col Sammichele quando abbiam vinto 8-2 contro una squadra che ha dei giocatori fisicamente ed anagraficamente più grandi dei miei.
Quanto è stato difficile gestire una squadra di ragazzini? Qual è stato il suo obiettivo fondamentale: trasmettere tecnica e favorire lo sviluppo di un sano spirito competitivo o piuttosto lasciar liberi da dettami tattici seguendo più la logica del divertimento?
In passato ho allenato solo squadre di persone grandi, anche più di me, nei campionati di C2 e quindi è logico che anche per me questa era una “prima volta” però mi ritengo soddisfatto. Non c’è cosa più bella di preparare una squadra a fare delle determinate cose e poi rivederle applicate durante le partite di campionato. Il tempo di cui dispongo è sempre troppo poco rispetto a ciò che vorrei fare per cui cerco di condensare in una seduta di allenamento, quanti più aspetti possibili, curando il ragazzo dal punto di vista atletico, ma lavorando molto anche sulla tecnica individuale e la tattica collettiva. Sono un fermo sostenitore dalla concorrenza: pensiamo ad esempio ad una squadra. Se uno sa di essere l’unico in un certo ruolo, s’impigrisce e si crede indispensabile per la squadra, se invece ha della concorrenza (sana) lavorerà sempre di più e sempre meglio per migliorare la propria performance. Inoltre, vorrei ricordare, che nel nostro campionato, destinato ai nati negli anni 2001 e 2002 noi abbiamo spesso fatto giocare almeno metà squadra con dei nati nel 2003, quindi ne consegue che, in virtù di quanto di buono abbiam fatto in questa stagione, è ovvio che non lascio nulla al caso ma cerco di preparare al meglio la mia squadra. Il divertimento c’è ed è subordinato in misura proporzionale a quanto impegno e quante soddisfazioni uno riesca a ricavare nell’esperienza in cui sta investendo il proprio tempo. È tutto concatenato per me.
Abbiamo approfittato della disponibilità di mister Lippolis per chiedergli anche della sua esperienza nell’unica squadra di calcio per adulti nocese.
Questo è il secondo anno in cui mi occupo anche di una scuola calcio a 5 per adulti. La prima e finora unica, a Noci, nel suo genere. L’anno scorso me ne occupavo con un altro nome, ma quest’anno ho deciso di mantenere sempre il progetto ma creandomi una mia identità facilmente distinguibile dalle altre, appunto, la Futsal Noci. A finalità non agonistica tengo un corso destinato a tutti coloro i quali vogliono imparare, oppure migliorare, le proprie qualità di calcettista ma anche di chi banalmente viene da noi per mantenersi in forma. Abbiamo circa 9 appuntamenti mensili nei quali, personalmente, mi occupo nella prima parte della seduta di allenare i giocatori dal punto di vista fisico con esercizi di forza, resistenza, addominali, ecc. e nella seconda parte nello sviluppo del gioco. Sono soddisfatto perché anche quest’anno abbiamo raccolto molte adesioni, più di quelle dello scorso anno. Sono infatti ben 27 gli iscritti, la maggior parte di Noci, tra cui ci sono anche tre ragazzi di Putignano, uno di Alberobello ed uno di Martina. La forbice anagrafica è ampia avendo tra i nostri tesserati gente che va dal 1967 fino al 1996. Accanto a me ci sono due altre figure tecniche con le quali collaboro: Maurizio Morea ed il preparatore dei portieri Simone De Marinis. Devo tanto a loro che al mio pari mettono in questa scuola calcio per adulti anima e cuore. Purtroppo a maggio il corso di quest’anno finirà, ma posso già anticipare ai tanti che mi fermano per strada e me lo chiedono, che ad ottobre riprenderemo l’attività più vogliosi che mai di divulgare questa bellissima disciplina a tutti.