Elezioni amministrative del 5 giugno, cosa dicono gli italiani?

NOCI – Domenica 5 Giugno è andato in scena il primo atto delle elezioni amministrative, che vedeva coinvolti, tra gli altri, dei comuni “sentinella” del termometro politico italiano, ovvero città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli. Quindi i comuni più rappresentativi delle quattro aree geografiche più importanti di Italia.

E le evidenze emerse dal primo turno sono state fortemente indicative del rapporto che gli italiani stanno vivendo con la politica. Sembra orami divenuta palese la disaffezione verso la politica, a guardare il calo dell’affluenza al voto. Sempre più italiani dunque sono disincantati. Questo è un segnale pericoloso, perché meno elettori significa, oltre che distanza dalla rappresentanza politica, meno fiducia nelle istituzioni e nel prossimo, ma significa anche meno partecipazione e quindi meno ricchezza per contributo di idee ed impegno. È un trend che va verso il consolidamento, ne va tenuto conto.

Inoltre, fatto salvo per i grandi temi, notoriamente i programmi elettorali sono molto somiglianti tra loro e piuttosto secondari rispetto ad altre variabili che determinano le preferenze di voto, quali l’appeal del partito in voga o del candidato, le doti comunicative, l’accesso ai canali e mezzi di informazione, gli investimenti in campagna elettorale, le clientele e qualche altro apparato. Sempre più sta prendendo forma lo “star system”. Gli elettori non scelgono i contenuti di programma, forse nemmeno tanto il partito, quanto la persona.

Altro aspetto che sembra emergere da questa tornata elettorale, a guardare le grandi città, è un certo spostamento dell’elettorato verso un autoritarismo tipico di destra, verso partiti e candidati che si mostrano solidi, determinati e dal pugno fermo. A Roma è eclatante il recupero della Meloni su Giachetti, che solo grazie alle in-comprensibili valutazioni di Berlusconi non ha raggiunto il ballottaggio. È molto probabile ora che a Roma quell’elettorato guarderà con maggiori simpatie alla ferrea proposta grillina. Anche a Milano il risultato del centro destra è andato ben oltre le aspettative ed al ballottaggio ci sarebbe poco da sorprendersi se il popolo grillino non sosterrà il candidato del centro sinistra. E stesso discorso, a parti invertite tra grillini e centro destra, potrebbe verificarsi a Torino, dove Fassino rischia di non iniziare il suo secondo mandato.

Queste elezioni hanno dunque mostrato una certa debolezza del centro sinistra di Renzi (lui stesso si dice insoddisfatto) ed una totale irrilevanza della spalla Verdini, che ha praticamente perso ovunque. I ballottaggi forniranno ulteriori indicazioni e conferme.

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