“Ero forestiero e mi avete ospitato”: immigrazione e interscambio culturale

NOCI – Si è svolto lo scorso giovedì 16 giugno presso la sala convegni via Pio XII, il primo incontro dell’iniziativa intitolata “Ero forestiero e mi avete ospitato”, organizzata dalle tre comunità parrocchiali nocesi, in collaborazione con il Centro di Ascolto cittadino e con il progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) chiamato “La nuova dimora”, volto ad offrire quaranta posti di accoglienza, suddivisi tra Noci e Putignano, agli immigrati sbarcati in Puglia.

La serata, occasione «per dare l’opportunità di addentrarsi in questo profondo tema dell’immigrazione in questo anno della misericordia» come presentato da don Peppino Cito, è stato introdotto da un significativo cortometraggio realizzato dalle quarte classi del Liceo Leonardo da Vinci di Noci, mediante il quale gli alunni, con semplici domande poste ad alcuni nocesi ed immigrati residenti a Noci, hanno trasmesso una visione dell’immigrato da un punto di vista che difficilmente viene preso in considerazione, cioè considerandolo come colui che viene in Italia per sopravvivere meglio perché nel suo paese d’origine non aveva nulla.

Ospite dell’evento la dott.ssa Angela Martiradonna, educatrice e referente regionale per la stesura del dossier statistico immigrazione, ed autrice di “Frontiere e confini. Questioni aperte sull’immigrazione in Italia e in Puglia”, la quale ha proposto numerosi spunti di riflessione ai presenti.

«La paura scatta quando ci sentiamo minacciati nei nostri averi perché ci fa paura l’immigrato povero. L’idea che un diritto possa arrivare ad una spartizione è il vero timore della popolazione italiana che la società vuole farci percepire, perché l’immigrazione ci viene comunicata come paura. Essi sono entrati in quegli spazi lasciati vuoti dagli italiani, come assistenza agli anziani e lavoro agricolo» ha spiegato l’esperta a tutti i presenti, cercando di far comprendere che gli immigrati non rubano il lavoro agli italiani ma occupano il posto da cui l’italiano prende le distanze, e che invece l’extracomunitario accetta anche se sottopagato. Inoltre, ha aggiunto: «Fortunatamente l’immigrazione ha portato con sé una visione diversa da quella che si pensava fosse unica ed universale, favorendo un cambiamento culturale che contribuisce a non avere più una visione errata del mondo. La diversità favorisce il confronto con persone che hanno un diverso modo di pensare e di vivere, e ciò è di aiuto alle nuove generazioni che non penseranno più di essere il centro del mondo. L’educazione ad accettare la diversità è un allenamento continuo che deve essere esercitato soprattutto sui ragazzi, perciò dobbiamo iniziare ad educarci ed a vivere la diversità come una quotidianità che deve smontare le nostre paure».

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A conclusione dell’evento, i presenti hanno posto domande alla dottoressa ed esposto interessanti osservazioni riguardo la tematica affrontata, e a seguire il senatore Piero Liuzzi ha espresso un piccolo pensiero al riguardo.

La serata  è stata un’occasione di interscambio culturale grazie alla presenza degli extracomunitari beneficiari del progetto “La nuova dimora”, accompagnati dai membri della SPRAR che hanno organizzato una mostra fotografica chiamata “Diritto d’asilo”, con fotografie scattate dai rifugiati raffiguranti il diritto d’asilo e l’accoglienza vista ai loro occhi, e un buffet multietnico che ha rappresentato un momento di condivisione e di scoperta di una cucina diversa da quella italiana, suscitando in tal modo un interesse per culture che prima non si consideravano.

Appuntamento al prossimo incontro che si terrà mercoledì 22 giugno 2016 alle ore 20:00, presso Piazza Plebiscito, per approfondire altre sfaccettature di questa attuale ed interessante tematica.

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