NOCI – All’origine fu il Noci C5, poi nel 2006 arrivò il Noci Azzurri, squadra fondata sull’onta dell’entusiasmo suscitato dal mondiale vinto in Germania. Ora è ufficiale, con l’iscrizione al prossimo campionato di C2 della “neonata” Futsal Noci, la città dei “tre campanili” si onorerà di avere ben “Tre” squadre maschili di calcio a cinque, che nel prossimo campionato di C2, si daranno battaglia nei derby.
Ad onor del vero, Noci conta anche una squadra femminile di calcio a cinque, parliamo della New Team Noci. “Leggendo” quanto accaduto negli ultimi 15 anni sembrerebbe che Noci, un paese di appena ventimila abitanti, si sia “votato” completamente al calcio a cinque, dimostrando una passione quasi insana per questa disciplina sportiva.
Noi ci siamo posti un quesito che vogliamo esporre: non sarebbe stato opportuno “fondere” le sinergie e provare ad avere una sola squadra ma altamente competitiva che potesse lottare per obiettivi importanti e puntare alla militanza in categorie ben più importanti della C2?
Ma quali sono i motivi che spingono alla fondazione di un’altra squadra di calcio a cinque a Noci? Lo scenario propone un trio di amici, che comunicano alla città (riportiamo testualmente dal comunicato): “Futsal Noci nasce allo scopo di proteggere i principi sempre più rari nel calcio dilettantistico, impegnandosi in una gestione sportiva e umana, interamente basata sulla passione per il calcio a cinque e sul puro piacere di giocare e divertire il pubblico. Per fare sport non servono soldi, servono uomini e persone fortemente legati alla causa e siamo convinti che la nascita di una società come la nostra possa contribuire a dare lustro ad uno sport come il calcio a cinque”.
Voglia di protagonismo o presunzione dei nuovi arrivati? Noi “leggiamo” che la nascita della terza squadra sia dettata certamente dalla “passione”, ma anche per la smania di essere comunque protagonisti di una disciplina che affascina, ma che soprattutto voglia supplire alla sparizione del calcio a undici, tanto che la nuova società si propone di “riciclare” giocatori nocesi provenienti dal calcio maggiore. Giocatori che spesso sono a fine carriera o rimasti senza ingaggio e che continuano, pur di non appendere le scarpette al chiodo, passando da quelle chiodate a quelle ginniche spendendo così gli ultimi spiccioli di carriera e di gloria.
Analizzando meglio la situazione generale dell’intero panorama italiano del mondo calcistico dilettantistico, sia di quello ad undici che di quello a cinque, si scopre che spesso, soprattutto in passato, la mania di fondare squadre, celava anche un spregiudicato modo di evadere il fisco.
Ebbene si, parecchi imprenditori-evasori, hanno con la scusante di essere sponsors o media partner, evaso e riciclato soldi in nero. Tanto che poi bastava che questi ultimi ritirassero gli aiuti, non mantenendo di fatto le promesse “economiche” concordate, che le squadre mestamente fallivano non potendo più godere degli aiuti promessi. Ci sono stati casi esemplari di squadre fallite e “sparite” dal panorama calcistico dilettantistico.