Il primo filone delle indagini circa il presunto sistema di tangenti in Regione si è concluso. È stato chiesto il rinvio a giudizio per l’ormai ex Capo della Protezione Civile pugliese, Mario Lerario, e i due imprenditori Luca Leccese e il nocese Donato Mottola. Esattamente il 16 giugno si darà avvio al processo in cui il collegio penale accerterà o meno tutti gli episodi sconcertanti raccolti durante le indagini preliminari e che hanno portato agli arresti degli indagati.
Gli inquirenti accusano l’ex Capo della Protezione Civile pugliese, Lerario, di aver ricevuto “indebitamente per l’esercizio delle sue funzioni” dall’imprenditore Luca Leccese una busta “contenente la somma di 10 mila euro suddivisa in 200 banconote da 50 euro” e avrebbe anche ricevuto una somma di 20 mila euro dal nocese Donato Mottola.
L’inchiesta riguarda la procedura di affidamento dei lavori nonché i costi di realizzazione e l’allestimento della struttura per la maxi emergenza Covid, realizzata circa un anno e mezzo fa nella Fiera del Levante di Bari.
Inoltre, nell’ordinanza di citazione a giudizio si accusa Donato Mottola di essere stato aiutato e favorito in ulteriori gare di appalto, e cioè sia a riguardo di affidamenti e sia a riguardo di liquidazioni con una crescita di corrispettivi in denaro ritenuta incongrua rispetto al corrispettivo da principio pattuito. Le gare su cui si fa riferimento, citate anche da laRepubblica-Bari, sono: “1,2 milioni per la terapia intensiva prefabbricata dell’ospedale Perrino di Brindisi; 800mila euro (poi diventati 901mila) per la stessa struttura al Moscati di Taranto; 285mila per container da pre-triage per diversi ospedali; 47mila per dare una sede alla Anglat di Barletta; 2,1 milioni (poi diventati 2,3) per ulteriori prefabbricati per strutture sanitarie”.
Le indagini coordinate dal Procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Alessio Coccioli, comunque, continuano per il vaglio di ulteriori appalti. La Guardia di Finanza, infatti, è stata presente in Regione per due settimane per raccogliere ulteriori faldoni di atti circa gli appalti assegnati dall’ex Capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario.
Una prassi, presumibilmente corruttiva, presente in Regione anche in un’altra inchiesta, quella incentrata sul dissesto idrogeologico che vede indagato il commissario Elio Sannicandro ed “gruppo occulto che gestisce l’assegnazione degli appalti”, come lo definisce la Guardia di Finanza in una relazione di servizio del giugno 2019.