“A róse sòtt’o cuappidde”, il Centro Studi annuncia l’ultima gioia letteraria di Mario Gabriele

NOCI – Continuano le pubblicazioni da parte del Centro Studi sui Dialetti Apulo-Baresi. Con una conferenza stampa tenutasi nel Second Floor della sede della web radio nocese Yes we Radio, i componenti del Centro Studi hanno annunciato l’evento di presentazione al pubblico nocese dell’ultima gioia letteraria di Mario Gabriele, A róse sòtt’o cuappidde – Cetrànghele, fissata per sabato 6 maggio, alle ore 20.00, al Chiostro delle Clarisse. L’evento vedrà anche la partecipazione di Giovanni Laera, nelle vesti di moderatore, oltre alle letture di Antonio Natile e Francesco Galassi, nonché l’accompagnamento musicale eseguito alla chitarra classica da Gianni Pinto, il quale suonerà per l’occasione tre pezzi inediti.

Il libro esce 5 anni dopo l’auto antologia dell’autore, dopo un periodo davvero proficuo e creativo, raccoglie delle poesie dialettali scelte direttamente da Mario Gabriele e si presenta con un titolo enigmatico e un sottotitolo molto interessante. Come evidenzia Giovanni Laera «il sottotitolo cetrànghele, cioè le cianfrusaglie, gli oggetti di poco conto, sembrano essere l’ennesimo tentativo di Mario di sminuire e sottovalutare il proprio lavoro. In realtà le poesie del libro sono oggetti veri e propri presenti già nel titolo. Questi oggetti, però, oggi disprezzati e dimenticati, un tempo avevano un valore molto importante, non solo per il poeta, ma per l’intera comunità di Noci. Anche se questo valore è stato perso, lo ritornano ad acquistare all’interno della poesia. E soprattutto emanano una luce, illuminano il mondo contemporaneo, proiettandolo verso un futuro di giustizia e riscatto sociale». Infatti le poesie sono un dono che Gabriele fa alla comunità, raccontato una Noci che non c’è più e che ritorna a parlare attraverso i suoi versi. La copertina è di Antonio De Grazia, il quale ha voluto rappresentare «uno sguardo nostalgico che attinge dal passato e si rivolge ai lettori del presente e del futuro».

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«Mi sono molto divertito a scrivere questo libro», ha commentato, infine, Mario Gabriele. «Dal punto di vista della lingua ho ricreato l’atmosfera che una persona di solito vive quando si affaccia in una soffitta, in un ripostiglio e trova queste cianfrusaglie. Quindi un luogo scuro, polveroso e disordinato dove si trovano oggetti che un tempo erano utili e belli. Cetrànghele è la metafora della dimensione umana contemporanea, ovvero la reificazione dell’uomo. Siamo cose, è l’epoca dello scarto, l’uomo è uno scarto inutile, è merce. Il quadro è, quindi, tragico però c’è una rosa sotto il cappello. Mi riferisco alla rosa di Gerico o alla rosa del deserto che vive tutta aggrovigliata, secca e vittima del vento. Basta, però, bagnarla con un po’ d’acqua tiepida che questo groviglio fiorisce ed escono le rose. Questa rosa basta coglierla, portarla a coscienza e, nel momento in cui il reificato prende coscienza di se stesso, fiorisce».

Sabato 6 maggio prossimo quindi si scoprirà quanto la nostra comunità ha perso nel tempo, oppure quanto potrà ritrovare dalle vecchie cianfrusaglie del nostro paese donando loro un nuovo valore.

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