NOCI – Ci chiediamo un po’ tutti come si possa arginare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti per strada. Anche il Sindaco di Noci si interroga pubblicamente sulla questione chiedendo consigli ai cittadini e Mario Forti ne scrive sulla rubrica Controvento di questo giornale.
Le iniziative promosse dall’associazione Brigate per l’Ambiente attraverso le giornate di raccolta, con l’aiuto di tanti cittadini volenterosi, provano a dare una risposta civile a una pratica scorretta. E’ evidente che un gruppo di volontari possa sensibilizzare e attirare l’attenzione sul fenomeno ma non sostituirsi a chi è preposto a questo compito, che ha i mezzi per dare continuità alle azioni e ottenere una maggiore e più duratura efficacia.
Le sanzioni amministrative e la disapprovazione sociale sono una doverosa punizione per chi abbandona un sacchetto in strada o nei cestini gettacarte, ma non sono accettabili commenti dal tono violento come successo con il video pubblicato dal Sindaco sui social. Le soluzioni vanno trovate a livello istituzionale e ognuno di noi ha in mano un pezzo di responsabilità.
Una informazione puntuale alla cittadinanza sull’azione svolta, numero e valore delle sanzioni comminate, magari anche con modalità di impiego degli incassi, a mio avviso sarebbe da preferire all’esposizione pubblica di chi ha commesso l’infrazione.
Il Dipartimento Cultura dell’Università di Torino e l’Associazione italiana comunicazione ambientale hanno fatto uno studio del fenomeno, concludendo che è necessario agire su più fronti:
- pulizia delle aree interessate per evitare che diventino richiamo per ulteriori abbandoni;
- analisi dei materiali raccolti per individuare categoria sociale degli autori del gesto e realizzazione di campagne di comunicazione mirata;
- sanzioni per i comportamenti scorretti, utili anche a finanziare le campagne di comunicazione.
Il sacchetto abbandonato è solo il materiale più visibile tra quelli abbandonati. Gli oggetti di piccole dimensioni sono quelli che ancora con troppa facilità molti di noi lanciano dal finestrino dell’auto o camminando a piedi, ai quali purtroppo diamo poca importanza. Bottiglie di vetro, di plastica, lattine di bibite, pacchetti e cicche di sigarette si trovano sul ciglio della strada in grandi quantità, ma lo sguardo distratto o il fatto che siano nascosti dalla vegetazione ci fa sottovalutare un fenomeno che per dimensioni è di grande rilevanza, quindi andrebbe trattato allo stesso modo del sacchetto.
Finito il grande evento del World Cleanup Day, per dare valore e seguito all’iniziativa, un team internazionale di esperti ha formulato il Keep It Clean Plan, un piano di azioni che ogni attore sociale, dal decisore politico, a chi produce beni di consumo, al singolo individuo, alla società civile, dovrebbe fare proprio per contribuire alla soluzione del problema. Tutte le azioni convergono su obiettivi di riprogettazione industriale, riduzione, riuso e riciclo dei beni, al fine di ridurre la produzione dei materiali dismessi, e quindi di abbandoni. Gli esperti hanno convenuto che:
- è responsabilità della politica indirizzare le scelte dei cittadini e delle attività economiche premiando e incentivando comportamenti virtuosi (la leva economica della tariffa sui rifiuti è a livello comunale lo strumento migliore per questo scopo);
- è responsabilità del produttore ridurre la quantità e migliorare la qualità degli imballaggi, preferendo quelli facilmente riciclabili;
- è responsabilità delle organizzazioni sociali esercitare controllo e disseminate le buone pratiche;
- è responsabilità dei singoli cittadini fare scelte d’acquisto consapevoli, meno inclini alla produzione dei rifiuti.
In una sorta di responsabilità circolare, tutti possono puntare il dito verso l’altro, ma ognuno di noi ha la propria parte, nessuno può tirarsi fuori.
Tanto volevo condividere con chi ha avuto il piacere di leggere e portare il mio contributo.
Vincenzo Sansonetti