Alessandro Turi e la sua passione per l’arte della scultura

NOCI – L’industrializzazione delle città e la tecnologia stanno facendo scomparire una delle figure che, anche fino a vent’anni fa, erano uno dei fiori all’occhiello del nostro paese: gli artigiani, vale a dire tutti quei lavoratori che nelle loro botteghe piene di polvere e cianfrusaglie, si “sporcavano” letteralmente le mani, realizzando e costruendo prodotti di qualità e duraturi nel tempo. Si sa, però, che il mercato cambia e, unitamente a prezzi più accessibili, i prodotti di questi lavoratori diventano sempre più di nicchia, nonostante la qualità rimane nettamente superiore ai prodotti odierni. Ma ancora non tutto è perduto perché all’interno del nostro centro cittadino, ci sono ancora artigiani che per passione, riescono a farsi sentire all’interno di questo frenetico mondo lavorativo.

Fra i tanti artigiani che, spinti dalla passione per l’arte, traggono più soddisfazioni personali, troviamo Alessandro Turi, 30 anni, che nel suo laboratorio a Noci realizza sculture di vario tipo lasciandosi ispirare da quello che gli accade intorno. «Trovo ispirazione in qualsiasi cosa mi succeda nella giornata. Mi può colpire un volto, un’espressione particolare, un musicista mentre suona dal vivo, un sogno, un incubo» racconta al nostro giornale Alessandro. «In seguito queste idee, diventate bozzetti, a seconda della mia reale convinzione diventano o meno sculture». Diplomato in Macchettismo alla scuola “Eugéne Ronceray” a Bezons, nella periferia di Parigi, dove ha vissuto per 14 anni, grazie agli studi compiuti e al contatto con i primi materiali è riuscito a trasformare la sua passione in un vero e proprio hobby. Ma per un buon artigiano, gli studi e la preparazione del progetto sono solo la fase iniziale della realizzazione dell’opera. Per trasformare le parole in fatti, si parte dall’argilla per modellare l’opera permettendo di realizzarla come più piace, dopodiché si realizza il calco in gesso che verrà infine utilizzato come stampo, dove verrà versata la vetroresina, come materiale finale per la scultura.

Purtroppo il suo lavoro, come la maggior parte dei lavori manuali, sta lasciando spazio alle tecnologie che man mano si stanno integrando nella nostra quotidianità sostituendosi all’uomo. «È un mestiere che ha recentemente lasciato spazio alle stampanti 3D, sempre più avanzate e capaci di velocizzare e facilitare una buona parte del lavoro umano». Bisogna quindi apprezzare tutti quelli che, come Alessandro, prediligono tutt’oggi la propria mano al posto di una mano robotica per realizzare le proprie opere, nonostante queste non vengano esibite al pubblico. «Attualmente lavoro soprattutto per me stesso. È un’attività che mi aiuta a sentirmi bene, come una valvola di sfogo. Adoro isolarmi nel mio laboratorio e rendere reale e fisico ciò che ho in mente».

Valorizziamo le opere di queste persone che arricchiscono il nostro territorio con il loro lavoro, un lavoro che purtroppo sta man mano scomparendo, ma che comunque lascia un’impronta intangibile e difficile da cancellare.

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