Alla vigilia de La Matta: Bartali e la collezione cicli d’epoca

NOCI – “La Matta – Ciclostorica Pugliese” non è solo pedalata, ma è anche, e soprattutto, incontro e dialogo del passato con il presente e, perfino, con il futuro. Questo magnifico legame è emerso magistralmente nella manifestazione tenutasi alla vigilia della terza edizione, sabato 2 giugno presso il Chiostro delle Clarisse.

la-matta-presentazione-giulio-de-tintisQui Giulio De Tintis, rappresentante del Ciclo Noci Vintage; Davide Filipponi referente “Giro D’Italia d’Epoca” e Silvio Antoniucci referente “Registro storico Cicli” hanno brevemente e magistralmente illustrato i tratti salienti di questa pedalata non agonistica con biciclette d’epoca, da corsa o da passeggio. Quest’anno “La Matta – Ciclostorica Pugliese” è inoltre la 4^ tappa del Giro d’Italia d’Epoca, che – come spiegato da Filipponi – consta di 13 tappe più 2 patrocinate, ovvero sotto osservazione per l’anno successivo. Tutte ripercorrono i luoghi e i temi del ciclismo eroico, quello dei campioni intramontabili, come Girardengo, Guerra, Coppi, Bartali. Ed è proprio a quest’ultimo talentuoso eroe che “i bambini de La Matta” (compagni di classe della figlia del presidente Nardulli) hanno voluto rendere omaggio con una recita capace di rievocare magistralmente quel magnifico passato.

Con la guida delle maestre Dora, Antonella ed Anna, i ragazzini hanno infatti raccontato la storia di Gino Bartali, vincitore di vinse tre Giri d’Italia (1936, 1937, 1946) e due Tour de France (1938, 1948). Una storia unica, di un campione che attraverso la bicicletta si salva, trova la sua strada e la percorre con grinta e sudore. È la storia di un ciclista che raggiunge con dedizione risultati straordinari, con la Seconda Guerra Mondiale che giunge ad interrompere i suoi successi, proprio nei suoi anni migliori. I bambini indossano a turno i panni di Bartali, rivivendo i momenti decisivi della sua vita e della sua carriera, tra cadute ed incredibili volate. È una storia che insegna, che infonde speranza, che mostra come i campioni diventano tali anche e soprattutto attraversando delle difficoltà. È una storia del passato, affidata alle parole di giovanissimi ragazzi, che sognano, ciascuno a suo modo e in un diverso settore, di diventare eroi. Eroi buoni, valorosi, immortali, proprio come Bartali.

Sabato al Chiostro delle Clarisse l’ieri ha così incontrato il domani. Da una parte gli occhi dei bambini pieni di progetti e di coraggio, dall’altra, accanto a loro, le biciclette che hanno sognato i loro genitori e, ancor prima, i loro nonni. Tanti i modelli qui esposti, tra mezzi da lavoro e pezzi unici di inizi ‘900. È datata 1905 la “Saving Paris”, la bicicletta equipaggiata con sella in cuoio e ruote in legno Ghisallo, con porta attrezzi. Assai suggestive sono le biciclette da bambino artigianali, una del 1915 equipaggiata con sella marca Unico, freni a fascetta, manubrio roller e campanello con stella di David; l’altra del 1930 con sidecar artigianale, freni a filo, ruote in ferro con gomme Pirelli.

Non poteva mancare la “Bianchi” con i suoi tanti modelli, tra cui quello Ras del 1937, economico e destinato alla pubblica sicurezza, con pedali a sega e parafanghi a schiena d’asino con gemma melograno in vetro. C’è la Scettro del 1940, di gran lusso da viaggio, con i pedali tipo lusso “a trombetta” con scritta Bianchi nel riquadro ed il caratteristico manubrio a “R” a leve interne e manopole in corno. Al suo fianco il modello Cesare, dello stesso anno, anch’essa con manubrio tipo “R” a leve interne, freni di grande potenza, pedali in gomma, copricatena chiuso e sella aquila. Ed ancora il modello Zaffiro del 1948, con manubrio lusso con freni a trasmissione rigida esterna e il parafanghi in alluminio con attacco ad aste doppie.

Tanti altri gli esemplari esposti e, giungendo ai più recenti, si può ammirare la “Triestina Ramata” del 1978, una delle biciclette vintage più rare di sempre, con numerosi dettagli che la rendono unica e il “Colnago Saronni” del 1983, assai ricercata per il suo fascino e le sue caratteristiche di guida. Una collezione, insomma, ricca ed eterogenea, che ha potuto far riaffiorare tanti preziosi ricordi d’infanzia ai genitori e ai curiosi presenti.

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