NOCI – Sono stati segnalati nel territorio agrario nocese presenze naturali che potrebbero compromettere seriamente la salute dei cittadini. Stiamo parlando dell’amanita phalloides, più comunemente conosciuta con il nome di Tignosa Verdognola, ed il calabrone rosso, ovvero il Vespa Carabro. Come si può già intuire dai nomi il primo è un fungo della specie velenosa mortale, il secondo un insetto tra i più pericolosi esistenti in Europa.
La scoperta dell’amanita phalloides risale a qualche giorno fa tramite una sindrome d’intossicazione accaduta ad una persona di Gioia del Colle che era venuta nei boschi nocesi per raccogliere funghi. Oggi è ricoverata nel reparto di terapia intensiva a Bari. Il ritrovamento di questa tipologia di funghi è stata segnalata in un boschetto adiacente ad una villa privata lungo la provinciale 237 per Mottola. Sembrerebbe lo stesso luogo in cui qualche anno fa fu intossicata una famiglia nocese. «Non sono da sottovalutare i rischi di questo fungo – ci spiega Vincenzo Gentile micologo associato a La compagnia del Fungo – questa tipologia è classificata come velenosa mortale e colpisce soprattutto il fegato (a differenza dell’altra amanita che colpisce i reni). Con questi funghi non si scherza. Consiglio sempre di far verificare il raccolto da un micologo di fiducia prima di poterli mangiare».
Solo una segnalazione, fortunatamente ad oggi, per il calabrone rosso, un insetto dalla funzione controversa. Se da una parte infatti, essendo catalogato tra gli insetti carnivori, funge da ripulitore di altri insetti soprattutto infestanti da piante e frutti, dall’altra uccide anche le api domestiche compromettendo in maniera seria anche alveari e produzione di miele. Attacca l’uomo solo in casi particolari ma una puntura di questo micidiale insetto può provocare shock anafilattico e più punture, in determinate condizioni, possono provocare la morte di un soggetto adulto. In Germania è ritenuto animale di razza protetta, in Italia non vi è una legge specifica. Un nido di questo speciale insetto è stato avvistato a Bosco Giordanello e denunciato sui social network da un cittadino nocese che spesso transita di lì con il figlioletto. «È davvero pericoloso – ci racconta il giovane papà – soprattutto perché entrando dall’ingresso principale seguendo il percorso verso via Casaboli non si vede. Il nido si trova sul tronco di un albero in un passaggio obbligato e stretto. Avevo già notato il nido ma all’inizio era piccolo. Adesso è molto più grande e dai due insetti principali adesso la colonia ne riporta almeno otto. Spero che si possa intervenire quanto prima». Il cittadino fa appello a tutte le autorità preposte per la rimozione dell’alveare dall’albero insistente nel bosco comunale.