Anche solo per un saluto è l’album di debutto di Checco Curci, in uscita venerdì 27 gennaio su tutte le piattaforme digitali per l’etichetta-collettivo Dischi Uappissimi, con distribuzione ArtistFirst.
Prodotto da Giacomo Carlone al Supermoon Studio di Milano, il disco d’esordio dell’artista pugliese di stanza a Milano è stato anticipato nel 2022 dal singolo di debutto Wind day, accompagnato da un videoclip girato a Taranto dal regista Antonio Stea, autore anche del video della live-session di Mezza Minotauro e del video-reel del secondo singolo, Quello che ci divide.
La pubblicazione del disco è arricchita anche dall’uscita del videoclip di Come ragazzi insolenti, realizzato dallo stesso Antonio Stea con protagonisti i disegni di Enrico Pantani, autore della copertina dell’album.
Anche solo per un saluto vanta la supervisione artistica di Riccardo Sinigallia il quale, prima di entrare nel progetto, più volte aveva descritto il lavoro di Checco Curci come una delle novità più interessanti e originali nel panorama della canzone italiana.
Il titolo dell’album allude al saluto come alla cellula elementare della socialità: l’atto primario dei rapporti interpersonali da cui prende forma il nostro sé collettivo. Una metafora delle piccole cose fondamentali che ci legano agli altri, ma che rischiamo di perdere o dimenticare mentre cerchiamo affannosamente di metterci in salvo da soli.
Le undici tracce di Anche solo per un saluto, più che attraversare i generi e gli stili, li scavalcano e si presentano come tessere di un grande mosaico, articolato e complesso, ma al tempo stesso compatto e lineare, astratto eppure incredibilmente realistico. Che siano imperniati sul suono solitario di un pianoforte verticale o su ricchi incastri armonici e timbrici, i brani di Checco Curci trasudano contemporaneità senza mai tradire la forma canzone. L’anima del cantautore, l’acume del compositore, il gusto del musicista, il coraggio dello sperimentatore si conciliano nello spazio finito di una canzone.
Potenti e fragili, ermetiche e popolari, le canzoni di Checco Curci diventano il mezzo di indagine e al contempo il risultato di un percorso di ricerca intellettuale e artistica. Dentro c’è tutta l’umanità possibile: l’uomo nel suo corpo, piantato con i piedi nella terra, con tutte la sue pulsioni e paure esistenziali, passionali e mortali; i sogni, gli ideali e i dubbi eterni di chi rinasce ogni giorno per farsi domande sempre più difficili e ingombranti; la parola poetica che si libra nuda, alta e imperturbabile; l’imperfezione della bellezza umana raccontata e celebrata attraverso un raccoglimento riflessivo che cerca qualche punto fermo da cui osservare – senza limitarsi a subirli – i mutamenti e i turbamenti del tempo odierno.
Il debutto coraggioso e raffinato di un convinto militante della canzone in lingua italiana, capace di sorprendere attraverso un racconto che mescola terra e sogno, paure e incanto, introspezione e sguardo aperto sul mondo.