Era nel 2016 quando la nostra Redazione raccontava la vicenda legata all’operazione “Apollo d’oro” messa in atto dai finanzieri della compagnia di Monopoli a seguito di indagini sull’azienda modenese Cpl Concordia che vedeva indagato l’Avvocato nocese Donato Curci.
Ad ottobre 2015 la Guardia di Finanza individuava una serie di impianti fotovoltaici costruiti tra Turi e Noci suddivisi in mini-parchi che avrebbero dovuto erogare meno di un megawatt di energia elettrica. Invece, a detta della Procura di Modena, i parchi erogavano più energia del dovuto essendo costruiti tutti dalle stesse aziende, la “Noci solar 1” e la “Noci Solar 2”, riconducibili alla Cpl Concordia tramite l’indirizzo di sede legale e che ne deteneva il 49% delle quote. Pertanto, la Procura accusava una serie di personalità tra cui l’Avvocato nocese, poiché sempre secondo l’accusa gli impianti erano costruiti aggirando le leggi sulla contribuzione di fondi pubblici a favore dell’energia rinnovabile.
Per questa ragione, la Procura della Repubblica di Modena chiedeva il rinvio a giudizio di Donato Curci accusandolo di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche con la circostanza aggravante di cui all’art. 61 n. 7 cp: “l’avere, nei delitti contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio, ovvero nei delitti determinati da motivi di lucro, cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità”.
Qualche giorno fa alla nostra Redazione lo stesso Donato Curci, con allegata la sentenza di non luogo a procedere, ci informava che l’indagine, sopra descritta, si è conclusa con il totale proscioglimento non essendovi stato rinvio a giudizio (Sentenza GIP del 9 gennaio 2017) e successiva sentenza della Suprema Corte di Cassazione del 28 giugno 2018.