NOCI – Siamo tutti più importanti da quando abbiamo uno smartphone, tutti liberi di comunicare e dire la nostra, vero? Sembrerebbe di sì, la tecnologia ci ha proprio cambiato la vita, rendendola potenzialmente più democratica, ma anche moltiplicando gli eccessi. I sempre più frequenti e numerosi accessi giornalieri ai social ci espongono ad un bombardamento di messaggi che subiamo in modo passivo. Leggiamo e passiamo avanti, oppure partecipiamo educatamente, in agrodolce o al veleno, ma di solito senza attivare un vero spirito critico sul contenuto. Almeno per la massa è così. Alcune tematiche si impossessano della rete e ci avvolgono. Persino i leader politici crescono in rete (prima era Grillo, poi Renzi ora Salvini), e poi ci sono i temi di attualità come Ronaldo, il VAR, i migranti e la fake news. Tutta cultura direbbe qualcuno. E comunque tutto così intenso nel coinvolgerci, veloce nel sostituirsi alla news precedente, che non abbiamo proprio il tempo di analizzare e riflettere, ma nemmeno di vivere col giusto registro emotivo il contenuto. È la morte dello spirito critico ed un po’ delle emozioni.
A questi aspetti se ne aggiunge un altro forse più sottovalutato, ma credo più diffuso e di maggiore pericolosità, l’odio in rete. Linguaggio aggressivo e manifestazioni di odio sono ormai sempre più diffusi. In tutto questo stordimento poi c’è anche chi ci manipola e disinforma a fini politici o commerciali. Prima o poi bisognerà prendere coscienza della situazione, difendersi ed avviare una sorta di “educazione civica dei social”. Conviene ricordare che i nostri profili social ormai ci rappresentano. Ogni nostro post, commento o semplice like viene visto, letto e tracciato, i social media hanno un grosso peso nella nostra reputazione. Se ci chiedessimo che reputazione social abbiamo e se corrisponde realmente a chi siamo o a chi vogliamo essere, beh, ci renderemmo conto di quante volte la comunicazione ci sfugge di mano.
Per fortuna c’è chi è un po’ più preparato e consapevole, capace quindi di parlare sui social, gestire e bilanciare le sue azioni. È importante, e lo consiglio, utilizzare i livelli di privacy, postando o rispondendo ad alcuni temi solo in determinati gruppi social. Altri aspetti più intimi conviene lasciarli visibili solo agli amici più stretti, quindi non esporli ad un pubblico indistinto. Volere e sapere fare queste distinzioni significa essere un po’ più padroni di sé e muoversi meglio sui social. Infine, voglio sottolineare ancora un aspetto che ignoriamo: noi sui social media non siamo solo utenti che comunicano, ma siamo a nostra volta media stessi, perché condividiamo e quindi divulghiamo contenuti. È perciò fondamentale scegliere anche che tipi di contenuti divulgare.
Abbiamo voluto oggi aprire la tematica con questi stimoli di riflessione, ci ritorneremo settima prossima con una serie di consigli pratici per migliorare la comunicazione sui social, a beneficio di chi ci legge e di chi scrive.