NOCI – Quando credi di averle viste tutte e di essere ormai assuefatto a mille nefandezze, la natura umana, che di umano non ha niente, si supera e ti stupisce nuovamente. E questa volta non è l’eterna diatriba nord sud; è successo nella “civilissima” Reggio Emilia: Il procuratore capo di Reggio Emilia, Marco Mescolini, è un magistrato «tosto», in passato ne ha viste tante, ma una «roba così» mai: «Mi sono occupato di ‘ndrangheta per dieci anni, ma quest’inchiesta è umanamente devastante».
L’operazione «Angeli e Demoni» non poteva avere un nome più evocativo: al centro un «presunto giro illecito di affidamenti dei bambini»; che, detta così, potrebbe sembrare una storia di «ordinario malaffare». Invece qui i «demoni» hanno fatto qualcosa di molto più aberrante: rovinare bambini, genitori e famiglie, tirando su un castello di fandonie a fini speculativi. Bimbi plagiati, spinti ad accusare mamma e papà di condotte turpi per lucrare sul mercato degli affidi. Esistenze distrutte, in cambio di soldi. Una fabbrica di orchi creati a tavolino, senza scrupoli e senza rimorsi per aver provocato danni irreparabili. Possibile che medici, assistenti sociali, amministratori e psicologi abbiano creato un progetto criminale tanto infame? A stabilirlo sarà un processo.
Certo è che gli elementi raccolti dagli investigatori lasciano di stucco: dalla «macchina dei ricordi» con gli elettrodi, ai disegni dei bimbi manipolati per avvalorare ipotetici abusi; dai regali dei genitori mai consegnati ai bambini, alle domande suggestive poste ai piccoli per indurli a confermare tesi precostituite. Obiettivo: avere mano libera sul lucroso business degli affidi. Questa indagine riguarda le persone attinte da misure cautelari, tutti gli altri che fanno questo lavoro hanno diritto alla tutela dell’onorabilità della loro professione fino a prova contraria».
Mescolini ha spiegato che le indagini lampo, condotte da ottobre ad aprile, sono nate da un’intuizione sul numero troppo elevato di fascicoli aperti per presunti abusi sui minori, rivelatisi infondati. Di qui i primi sospetti, confermati nell’estate 2018 dagli esiti investigativi. Così nel registro degli indagati finiscono 27 persone accusate, a vario titolo, di reati gravissimi. La vicenda restituisce un quadro assai allarmante.
Mi raccontava mio padre che negli anni sessanta c’era un “mercato” fiorente delle adozioni di bimbi strappati a famiglie poco abbienti per essere affidati a gente facoltosa ed influente ma che poi il fenomeno si era attenuato. Niente di più sbagliato, direi, alla luce dell’indagine di Reggio Emilia. E poi mi chiedo: gente senza scrupoli che pur di adottare un bambino compie tali nefandezze che genitore sarà per quegli stessi bambini? Che valori trasmetterà loro? Forse non averne avuti (di figli) … “non era poi così tutto sbagliato” come direbbe Vasco Rossi.