NOCI – “Perché mi piace Ettore Scola? Si può spiegare perché ci piace la pasta? È parte di noi e basta.” Due anni dopo il duetto con Andrea Camilleri al Bif&st 2014, Pif (al secolo Pierfrancesco Diliberto) ha ritrovato il calore della platea del Teatro Petruzzelli (“Questo entusiasmo non l’ho mai visto in nessun altro Festival di cinema, ma che fate a Bari, vi drogate tutti?”) per un incontro moderato da Marco Spagnoli. L’occasione era l’omaggio del Bif&st a Ettore Scola e la proiezione di Ridendo e scherzando, il documentario realizzato da Paola e Silvia Scola, nel quale a intervistare il loro padre era proprio l’ex conduttore delle “Iene” e regista di La mafia uccide solo d’estate. “Fu la visione del film da parte di Scola, che non conosceva invece i miei trascorsi televisivi, che lo indusse a pensare che potevo essere la persona giusta per intervistarlo, dal momento che le figlie non volevano farlo loro stesse. Paola e Silvia mi contattarono diverso tempo prima della realizzazione del documentario e io, accettando, dissi che non avrei voluto incontrare Ettore Scola prima delle riprese. Sennonché nei mesi precedenti alle riprese nel Cinema dei Piccoli di Villa Borghese, lo incrociai in tre diverse occasioni e mi defilavo regolarmente”.
Sulle riprese: “Paola e Silvia mi chiesero di prenderlo un po’ in giro facendogli le domande e invece finì che fu lui a prendere in giro me. È stato un incontro fondamentale, ho il grande rimpianto di averlo frequentato soltanto per un anno dopo averlo conosciuto, durante il quale mi sembrava di conoscerlo da sempre.” “Non mi è mai capitato di soffrire così tanto” – e qui Pif si è visibilmente commosso – “per una persona che ho conosciuto così poco”.
“Per quanto riguarda il cinema, quello che mi ha sempre colpito di Scola era la sua capacità di raccontare cose tremende con il sorriso. Forse è anche per questo elemento, fondante della commedia all’italiana, che ha apprezzato il mio film. Sul rapporto personale, invece, mi colpiva il fatto che, nonostante l’età avanzata, parlava sempre del presente, di cose attuali. E poi la sua voce meravigliosa e il suo impegno sociale, che era un tutt’uno con la sua vita artistica. Scola faceva parte di una generazione di artisti che hanno difeso noi italiani dal male, senza di lui oggi vivremmo peggio”.
Il film preferito di Pif tra quelli diretti da Scola è “probabilmente Brutti, sporchi e cattivi, un film incredibile solo a pensarci, piacerebbe tanto anche a me avere quel coraggio che ha dimostrato lì”.
“Mi sarebbe piaciuto fargli vedere il mio terzo film (in realtà è il secondo, ma giacché sono molto ansioso e che il secondo film è considerato un banco di prova, preferisco pensare che sia il terzo). Si intitola In guerra per amore, uscirà il 27 ottobre e parla delle collusioni tra la mafia e gli americani dopo lo sbarco in Sicilia nel 1943. È sempre una commedia, ma un po’ più complessa di La mafia uccide solo d’estate, temo che segnerà la fine della mia carriera cinematografica”.
All’incontro, dalla platea, è intervenuta anche Paola Scola, presente insieme alla sorella Silvia e alla madre Gigliola, che si è detta stupita per l’alchimia umana che si era creata tra Pif e suo padre, che ha arricchito Ridendo e scherzando di battute e situazioni che non erano previste in sceneggiatura.
A conclusione dell’incontro, Pif ha presentato la sua nuova iniziativa, una app per smartphone chiamata NOma contenente le storie di alcune vittime della mafia raccontate da personaggi del mondo dello spettacolo siciliani e arricchita da animazioni, mappe e biografie.