BARI – Il tribunale civile di Bari ha dichiarato il fallimento delle società “Fimco Spa” e della “Maiora Group Spa”, di proprietà del gruppo Fusillo di Noci per debiti superiori ai 200 milioni di euro. Le due distinte sentenze depositate dal presidente della IV sezione civile Raffaella Simone hanno <<ritenuto che sussistano i presupposti per la dichiarazione di fallimento visto che risulta provato lo stato di insolvenza del debitore>> che aveva presentato domanda di concordato preventivo “in bianco” con riserva, senza poi depositare nei termini di legge alcuna proposta di ristrutturazione aziendale e, per questo, “dichiarato inammissibile”. Tutto ciò, ad una settimana dall’udienza in cui la Procura della Repubblica di Bari assieme società creditrice “Futura Funds Sicav PLC” avevano fatto richiesta di fallimento.
Solo qualche mese fa, la Guardia di Finanza, su disposizione del pm Lanfranco Marazia e del procuratore aggiunto Roberto Rossi, aveva eseguito perquisizioni presso gli uffici delle aziende oggi dichiarate fallite nonché presso le abitazioni di Vito e Giacomo Fusilo, padre e figlio, che assieme ai fratelli Emanuele e Giovanni Fusillo risulterebbero indagati per bancarotta fraudolenta. Perquisizioni furono effettuate anche presso la direzione generale della Banca Popolare di Bari, già finita nell’occhio del ciclone nei mesi di fine 2016 per l’eccesso di correntezza e perché a rischio “crack bancario” in quanto travolgeva circa 69.000 risparmiatori, tra questi famiglie che contavano sui risparmi di una vita ed ora finite al lastrico.
Un vicenda finanziaria che si intreccia con una complessa operazione di distrazione di beni dal notevole valore economico a cui stanno lavorando gli organi inquirenti e la Procura della Repubblica di Bari e che potrebbe celare presunti meccanismi fraudolenti.
I curatori fallimentari nominati dai giudici delegati sono rispettivamente Antonio Campobasso ed Eugenio Mangone per la “Maiora Group Spa” ed Giuseppe Pepe e Francesco Leo per la “Fimco Spa”.