NOCI – È ormai scaduto il 31 agosto il termine ultimo per l’iscrizione al campionato di Prima Categoria e il Real Noci manca all’appello. Quest’anno la squadra biancoverde non ci sarà ai nastri di partenza e con la parola “assenza” si scrive una pagina nera del calcio nocese. Saranno senza pallone le prossime domeniche e resteranno vuoti gli spalti del “De Luca Resta”, testimone silenzioso delle speranze e delle delusioni che accompagnano lo sport da sempre più amato. Un gioco semplice, dal sapore primordiale, undici contro undici e un pallone da mettere in rete, con tecnica e fantasia.
Ma non sono stati abbastanza i palloni insaccati la scorsa stagione, che ha visto delinearsi una parabola discendente che ha consegnato gli iniziali sogni di gloria dei biancoverdi alla pericolosa roulette dei playout. E quell’ultima gara aveva già il sapore di un addio, anche alla luce delle dichiarazioni che alla vigilia ci aveva rilasciato mister Perillo, che lamentava le fila sfoltite di giocatori e tifosi: «i ragazzi che sono restati e che stanno finendo il campionato non sono retribuiti da mesi ed io non prendo una lira. La domenica al campo la poca gente che viene è lì solo per criticare il nostro lavoro». E così, pioggia sul bagnato: la sconfitta e la retrocessione in Prima. Su tutta la vicenda è poi caduto il silenzio e ad oggi non ci resta che registrare il fatto che l’iscrizione della società per la stagione 2016/2017 non è stata perfezionata.
L’OPINIONE DEL PAESE – Cosa ne pensano i cittadini di Noci in merito a questa infausta questione? Abbiamo fatto un giro del mercato rionale e raccolto le loro risposte. Alcuni, pur a conoscenza della vicenda, non si sono mostrati molto interessati, commentando semplicemente con un «penso sia una mancanza per i ragazzi nocesi». Non è mancato chi, invece, ha mostrato di avere un’idea ben chiara sulla faccenda che non ha esitato ad esporci: «Per fare una squadra ci vogliono sponsor. Al massimo si potrebbe fare, a livello amatoriale, un discorso per cui uno va a giocare perché gli piace senza prendere soldi. Ma purtroppo senza soldi non si va da nessuna parte, perché anche la persona di fuori, dei paesi limitrofi, che ha la passione, non è che può venire a piedi e quindi ci sono comunque spese da sostenere. Oggi non è più possibile. Anche perché lo si vede in paesi un po’ più grandi, come Martina che quest’anno farà la Prima Categoria addirittura, dalla Lega Pro. Un paese come il nostro di 20.000 abitanti e un paese di 50.000 con una Prima Categoria significa che i problemi sono ovunque, quando c’è crisi c’è crisi dappertutto. E la base principale è che la gente al campo non viene, al massimo 50 persone, i familiari insomma. Chi va più? Uno che deve spendere 5 euro pensa di utilizzare quei soldi per altro».
I ragazzi, amici o coetanei dei giocatori, hanno ribadito l’impossibilità di andare avanti senza una solida base economica, «nonostante gli elementi validi della squadra, alla fine gira tutto intorno ai soldi, sempre quello è il motivo». Persuaso dalla stessa convinzione è chi ci ha risposto, rigorosamente in dialetto nocese, con un vecchio adagio: «u marit senza sold manc a migghier u pot vdè». Non è mancato neppure chi si è dispiaciuto, non a torto, per il “De Luca Resta”, invidiato da alcuni paesi limitrofi, sostenendo che «è un peccato, ora il nostro stadio sarà utilizzato soltanto dai bambini» e chi, in maniera icastica, ha dichiarato: «secondo me c’era solo uno scopo politico dietro la squadra». Qualcuno, più avanti con l’età, ha ricordato nostalgico tempi lontani e ben diversi: «Noi avevamo la squadra buona a Noci, ai tempi nostri c’era chi finanziava, ma era una persona che stava bene, che poteva. Ora non c’è più nessuno che mette i fondi per poter andare avanti, è un peccato».
I CALCIATORI – Anche qualche ex giocatore biancoverde ci ha proposto la propria opinione in merito, qualcuno con un evasivo «per il prossimo anno la squadra non si è fatta per tanti motivi» e qualcuno, più eloquente, ha affermato: «penso che sia un’assenza pesante, per me perché comunque è lo sport che amo e che pratico da sempre, ma anche per Noci. Questo paese, per la tradizione calcistica che ha avuto negli anni, merita di avere una squadra di calcio a 11, che purtroppo quest’anno non ci sarà perché l’anno scorso era gestita da gente incompetente nel settore». Ma, a proposito di calciatori, dove andranno i ragazzi, validi e appassionati, in gran parte nocesi, che lo scorso anno si sono battuti fino alla fine per la causa del Real Noci? Vito Mangini, Vito Parchitelli, Tommaso Lippolis, Sergio D’Onghia e il putignanese Claudio Cino militeranno nel Trulli e Grotte, squadra neopromossa in Promozione, società alberobellese che gioca e si allena a Castellana. Angelo Salatino, Francesco Lippolis e Antonello Recchia hanno optato per un’altra squadra neopromossa in Promozione, ovvero il Laterza, a disposizione di mister Danza.
Giammarco Lucia, Daniele Recchia e Vittorio Matarrese, invece, continueranno ad indossare la maglia con i colori del Noci, passando però al calcio a 5 in C2, con Futsal Noci, al suo primo campionato. Vito Intini non è ancora sicuro sul da farsi, probabilmente indosserà la maglia del Conversano in Prima Categoria o, pur di non appendere le scarpette al chiodo, sceglierà la Terza Categoria di Castellana. Incertezza anche per Piergiuseppe Salvati che ci dichiara di non aver, per ragioni personali, ancora firmato con nessuna società. Marino Matarrese, invece, nonostante qualche proposta anche dal calcio a 5, quest’anno non giocherà per motivi professionali. Insomma, ad ognuno la sua strada, intrapresa giocoforza per l’impossibilità di coltivare la propria passione nel paese di appartenenza. Alla constatazione dell’infelice fine del calcio nocese si accompagna la speranza unanime di una rinascita, per potersi ritrovare ancora e più di prima, con entusiasmo e motivazione, tutti uniti sotto un’unica bandiera in quei 90 minuti di gioco in cui il “De Luca Resta” si riempie di emozioni e non lascia entrare i guai.