Capriccio Nocese: i luoghi del dialetto e della memoria nel filmato di Luca Curci

NOCI – Si è svolto lo scorso 18 febbraio all’interno del chiostro di San Domenico l’incontro dedicato ai luoghi del dialetto e della memoria di Noci intitolato “Capriccio Nocese”, promosso dal Centro Studi sui Dialetti Apulo-Baresi. L’evento è una riproposizione dell’omonimo filmato di Luca Curci già proposto lo scorso 21 dicembre nell’appuntamento natalizio “Si chiamerà Dialetto”, sempre a cura del Centro Studi. Nell’incontro di febbraio si è voluto riproporre il filmato, analizzandolo attraverso una lettura sinottica con l’obiettivo di rileggere e riconsiderarlo in maniera diversa da quanto appare.

Capriccio Nocese è un insieme di cartoline di Noci sulla quali sono rappresentati i luoghi più significativi del paese, dal centro storico alle vie principali, passando per Piazza Garibaldi, il campo sportivo, la villa comunale, la scalinata della stazione, la Madonna della Croce e la Madonna della Scala. «La cultura del mondo è presente nel nostro dialetto e proprio per questo motivo il Capriccio Nocese non è altro che un dialogo con il mondo contemporaneo» ha commentato Mario Gabriele, esprimendo alcune considerazioni sul filmato. Nel video prevalgono il silenzio, la verticalità, ovvero le inquadrature dal basso verso l’alto, e «il bianco e nero perché rappresenta la narrazione della memoria. Luca Usa l’offuscamento. Le immagini non hanno ombre. Non c’è contrasto. I luoghi sono statici e deserti. Tutto è ripreso da lontano. Mancano i particolari della vita umana. L’offuscamento è scelto per indicare tradimento della memoria. Filma il tradimento della memoria perché sa che questi luoghi oggi isolati e desolati sono l’espressione della coesione e dell’identità di un popolo».

Nel filmato sono presenti anche degli elementi che si ritrovano nelle opere del pittore statunitense Edward Hopper come Scalinata a Parigi, la quale ricorda la scalinata monumentale della stazione, e Ingresso in città, la quale rispecchia la stradina che costeggia la stazione di Noci. «Hopper è un’artista contemporaneo ed un pittore realista, il quale si è ispirato all’impressionismo francese» ha spiegato Chiara Fasano nel suo intervento. «La sua caratteristica è quella di essere il pittore del silenzio. Infatti nelle sue opere le strade sono deserte e sono presenti pochi soggetto umani». Oltre ai quadri di Hopper, il filmato riprende anche spunti da altre opere come un quadro del pittore nocese Antonio De Grazia e una scena tratta dal film Tempi Moderni di Charlie Chaplin.

«L’idea di proporre il filmato è nata con l’intento di unire Noci al progetto di studio del dialetto» ha commentato, infine, Luca Curci. «L’obiettivo della ricerca è quello di andare a scovare dove io e la mia generazione lo abbiamo imparato, dal momento che la mia generazione è quella che di più ha subito il tentativo di limitare l’uso del dialetto», rappresentando quei luoghi, un tempo, ricchi di persone che lo parlavano, riproponendoli in un contesto odierno dove troviamo l’abbandono e il silenzio.

Anche la musica è stata la protagonista dell’incontro, grazie a Cosimo Toro, un nocese emigrato in Francia, dove si è esibito nei teatri come cantante. Per l’occasione ha interpretato i brani Le plat pays di Jacques Brel e Avec le temps di Léo Ferré.

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